• Il nuovo lavoro di Beirut, dai Balcani alla Francia

    Il nuovo lavoro di Beirut, dai Balcani alla Francia

    Il progetto Beirut di Zach Condon, che fino ad ora ha indicato la via balcanica all’indie pop, il 9 ottobre 2007 darà alle stampe il secondo album. Il seguito di “Gulag Orkestar” non ha ancora un titolo ma si sa che conterrà 13 brani, registrati da Zach Condon con una formazione di otto elementi. Mr.…

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  • Bonnie Prince Billy + Deerhoof, Circolo degli artisti (Roma) (25 aprile 2007)

    Bonnie Prince Billy + Deerhoof, Circolo degli artisti (Roma) (25 aprile 2007)

    di Daria Pomponio Eclettica e sorprendente serata, quella proposta dal Circolo degli Artisti il 25 Aprile scorso, a base di un ardito connubio tra il punk-noise dei Deerhoof e il rock-folk di Bonnie “Prince” Billy, per l’occasione in versione cupa e minimale. Il trio di San Francisco apre la serata con le sue sonorità esuberanti,…

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  • THE THERMALS, The Body The Blood The Machine (Sub Pop / Audioglobe, 2006)

    Di recente mi è capitato di rivedere un vecchio film, “I Guerrieri della Notte” di Walter Hill: un film grossolano e sopra le righe, spesso ingenuo nel dipingere la città/jungla d’asfalto contesa da pittoresche e improbabili gang di selvaggi metropolitani. Eppure resta un film suggestivo, efficace nel colpire l’immaginazione: perché, credo, io volevo veramente credere…

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  • Kalporz Awards 2006

    Kalporz Awards 2006

        I DISCHI DELL’ANNO I MusiKàl Awards 2006 sono della rediviva creatura di Evan Dando. La chitarra elettrica batte l’arpa di Jonna Newsom e dei Belle & Sebastian mai così allegri. E poi giù fino al trentesimo posto con i Julie’s Haircut, primi tra gli italiani, in 16° posizione. Ancora sotto le scelte degli scribacchini…

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  • AA.VV., The DFA Remixes: Chapter Two (DFA / Astralwerks, 2006)

    Eccoci al seguito inevitabile. Rielaborazioni in serie, una dietro l’altra. La suddivisione in capitoli è semplicemente una precauzione; troppo e tutto insieme potrebbe sortire effetti collaterali indesiderati. Come nell’episodio precedente la track list si compone dei nomi più vari, mentre il marchio di fabbrica resta il medesimo. Ci sono da registrare solo alcune oscillazioni di…

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  • TAPES ‘N TAPES, The Loon (XL / Self, 2006)

    Cos’è un “loon”? In italiano lo chiameremmo “strolaga”: è un uccello che predilige le zone umide, assomiglia a un papero senza esserci imparentato e sta simpatico a un sacco di gente, visto che in Canada lo mettono sulle monete da un dollaro e in Minnesota l’hanno eletto simbolo dello stato. “Loon” però è anche un…

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  • BARZIN, My Life In Rooms (Monotreme, 2006)

    Ed eccolo qui. Sto parlando del cantautore elettro-acustico post-moderno. Quello che oltre a suonare la chitarra, usa una voce filtrata un po’ shoegaze e monta un palco di strumenti che vanno dalle drum-machine alle steel-guitar passando per delicati tappeti di tastiere analogiche e rarefatte atmosfere minimali da crepuscolo estivo. Questa figura si ripropone con cadenza…

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  • Intervista ai Black Heart Procession

    Intervista ai Black Heart Procession

    THE BLACK HEART PROCESSION (Milano, 24 marzo 2006) intervista di: Raffaele Meale, Samantha Colombo, Hamilton SantiàFrontwoman: Samantha Colombo Milano. È una giornata piovigginosa e grigia, classica nel suo cliché metropolitano. In un hotel non molto distante dalla Stazione Centrale, passo un paio d’ore in compagnia della band di San Diego, un po’ stralunati tra jet…

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  • RICHARD ASHCROFT, Keys To The World (Parlophone, 2006)

    Ad ogni uscita de “il fu Mad” Richard la domanda che mi pongo è sempre la stessa: e se non fosse stato il cantante dei Verve? Avrei mai preso seriamente in considerazione la sua carriera? L’avrei mai considerato diversamente da un James Blunt a caso il cui video passerebbe esattamente dopo “Break The Night With…

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  • AUTOLUX, Future Perfect (Full Time Hobby / Audioglobe, 2005)

    In un mondo perfetto una band come gli Yo La Tengo dovrebbe essere trattata come quello che effettivamente è: una delle più importanti formazioni rock degli ultimi vent’anni. Purtroppo si sa da che parte vertono le sorti musicali della stratosfera, quindi bisogna accontentarsi della loro fama all’interno del circuito indie e della sua reputazione come…

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Se potessi ripercorrere in un attimo, nuotando controcorrente, le rapide di questo fiume oramai giunto al suo estuario, nella estrema fissità di questo mio prossimo viaggio nella noia orizzontale, sceglierei gli anni in cui la volta celeste non era altro che un enorme lenzuolo fatto a cielo e la luna una palla polverosa gettata nel vuoto e catturata con le unghie dall’egoismo del pianeta Terra. E noi, bimbi, cadevamo con essa per sempre, aggrappati in un infinto sprofondo gli uni agli altri, grazie a un gomitolo di lana nera. I grandi dimenticarono in fretta di avere un mondo con certe stelle enormi, sopra il capo, da osservare, mentre noi sacrificavamo la nostra noia migliore per costruire ponti sospesi nello spazio che ci allacciassero a un’agognata luna. La dipingemmo butterata e funesta, con maremoti sulla superficie di un ponto che non era mai tranquillo, ma tutta una schiuma fremente di gorghi e mostri marini. Nuovi esseri di ordinaria malinconia calpestavano un tappeto soffice come zucchero filato sparso su una teglia, in cui si radicavano piante cresciute dolci come torroni. Altre volte immaginammo un balzo da gigante come in mongolfiera, le tante mongolfiere tipiche di una domenica d’estate, un balzo che ci consentisse di fuggire all’avarizia terrestre e alle sue costrizioni. In anni in cui razzi enormi arrugginivano in volo, pensammo a uno sgangherato proiettile cavo sparato negli occhi della luna come nei film dei Meliès, in cui potessimo accovacciarci per il viaggio, assieme ai nostri migliori amici. Ma poi venne il tempo di un leggero disincanto, e, anche sognando a occhi aperti, non potevamo far altro che immaginarci tute e scafandri e missili scagliati a violentare qualche nuovo cielo. E poi, al ritorno, schivare incredibili uragani e tempeste, per posarci placidamente in un mare che ci accogliesse come un telo. Eravamo certo molto giovani e molto felici e pensavamo, con rabbia, di non dover invecchiare mai. (Matteo Marconi) Le puntate precedenti Back To The Future Vol. 9 - Stuart Adamson morì nel 2001 e nessuno ne parla più Back To The Future Vol. 8 - I Vines e il Verona dell'84-'85 Back To The Future Vol. 7 – “I figli degli operai, i figli dei bottegai!” Back To The Future Vol. 6 - Ekatarina Velika (EKV) Back To The Future Vol. 5 - Gli Air sul pianeta Vega Back To The Future Vol. 4 – “Stay” e gli angeli degli U2 Back To The Future Vol.3 - La lettera dei R.E.M. e di Thom Yorke Back To The Future Vol. 2 – Massimo rispetto per i metallari (1987-89) Back To The Future vol. 1 – L’estate di Napster 14 settembre 2010