CAT POWER, You Are Free (Matador, 2003)

Il ritorno di Chan Marshall, in arte Cat Power, arriva cinque anni dopo “Moon Pix”, l’ultimo disco che conteneva canzoni scritte di suo pugno. In mezzo c’era stato “The Covers Record”, che come si intuisce dal il titolo conteneva le sue interpretazioni di brani firmati da Bob Dylan, Rolling Stones, Smog e tanti altri.

C’era da chiedersi se Cat Power non avesse smarrito la strada o soffrisse di un blocco dello scrittore. Invece i dubbi sono scacciati subito, perché “You Are Free” è un disco che si regge proprio sulle canzoni. Tanto che gli ospiti, i chiacchierati Dave Grohl e Eddie Vedder, ma anche il bravissimo Warren Ellis dei Dirty Tree, sono un contorno.

In primo piano c’è Chan Marshall, la più timida e schiva delle nuove cantautrici. Ogni passo di “You are Free” è un piccolo racconto delle sue inquietudini che lascia tracce profonde come ferite. Infatti le canzoni che formano questo disco sono spesso spoglie ballate in cui solo il piano o la chitarra e qualche rumore di fondo accompagnano la sua voce. C’è lo straziante brano messo in apertura, “I Don’t Blame You”, e la dolcezza di “Half of You”, una versione ridotta all’osso di “Keep on Runnin’ (Crawlin’ Black Spider)” di John Lee Hooker, e il duetto spettrale con Eddie Vedder che chiude il disco, “Evolution”.

Ma anche quando i brani hanno una veste più ricca, mantengono un’essenzialità e una pulizia di scrittura invidiabili. Sono “Free” e “Speak for Me”, il crescendo di emozioni intitolato “Shaking Paper”, oppure “He War”, l’episodio più diretto del disco, che riporta agli esordi di Liz Phair. Sono i brani che mostrano il lato ruvido e energico di Cat Power. Il momento più intenso rimane tuttavia “Good Woman”, ballata elettrica e toccante che racconta la fine di un amore, accompagnata dal magico violino di Waren Ellis.

In tutte queste sfaccettature “You Are Free” emerge come un disco maturo, allo stesso tempo bello e doloroso, che fa il paio con l’ultimo di Bonnie Prince Billy.

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