…A TOYS ORCHESTRA, “Midnight (r)evolution” (Urtovox / Ala Bianca / Audioglobe, 2011)

Se ci si lamenta spesso della pochezza di un certo rock alternativo in Italia, o del fatto che i gruppi italiani non suonano come quelli esteri, allora vuol dire che non ci si è mai imbattuti nei …A Toys Orchestra. La band campana giunge ora al suo quinto album e conferma quanto di buono già fatto vedere nei precedenti lavori. “Midnight (R)evolution”, pubblicato come sempre per la Urtovox, racchiude una summa delle capacità creative e stilistiche dei quattro musicisti. Suona come un disco maturo e di respiro internazionale e probabilmente si meriterebbe una fortuna maggiore all’estero, rispetto agli altri dischi della band. Di sicuro si può dire con certezza che “Midnight (R)evolution” rappresenta il disco della piena consapevolezza dei …A Toys Orchestra. O comunque una importante “raccolta” delle doti artistiche già messe in risalto in passato. Peraltro questo nuovo disco esce con un dvd allegato che contiene video ufficiali, live, interviste, e altri documenti filmati che ripercorrono la storia del quartetto. Un po’ come se si fosse arrivati a un giro di boa forse fondamentale.

In questo nuovo lavoro si trova un po’ di tutto: da influenze new wave che guardano fortemente il Bowie berlinese (la quasi title track “Midnight revolution” e la trascinante “Welcome to Babylon”), a momenti più orientati verso territori acustici, come per esempio in “Noir dance” o “Lotus” dalle atmosfere rarefatte e con la voce di Enzo Moretto a condurre i giochi. Sia in un caso che nell’altro comunque sono da apprezzare gli arrangiamenti ben elaborati e affatto banali. Un fatto che si nota anche nei toni blues di “The mutineer blues” e nelle tastiere di “You can’t stop me now”. “Aphelion” non sfigurerebbe per niente in un disco di Get Cape, Wear Cape, Fly, mentre la robante “Nightmare city” scorre via su un suono di chitarra denso e graffiante. Il più grande difetto di “Midnight (R)evolution” è sicuramente quello di non cercare altro che i territori artistici già esplorati in passato, anche se non siamo certo nel campo dell’autocitazione. Il quinto capitolo della storia dei …A Toys Orchestra non segna una rivoluzione e nemmeno un’evoluzione. E’ piuttosto un punto d’arrivo.

71/100

Francesco Melis

8 novembre 2011

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