Intervista ai Goose

I Goose giungono al secondo disco che esce questo mese per la !K7 e non si possono certo più definire una band sconosciuta. Se l’esordio di “Bring it on” (pubblicato invece dalla Skint nel 2006) li aveva resi un nome di spicco del panorama electro rock degli ultimi anni, con il nuovo “Synrise” si aprono nuove strade e nuovi orizzonti. Sono proprio i quattro musicisti belgi che ci parlano del nuovo lavoro e di come è stato registrato.

Come mai un periodo così lungo per l’uscita del secondo album? Che è successo ai Goose in questi 4 anni?
“Dopo l’uscita di “Bring it on” abbiamo intrapreso un lungo tour di due anni, che ci ha portato in tutta Europa, in Giappone e in Australia. Invece però di avventurarci in un tour negli Stati Uniti, abbiamo deciso di tornare in studio e iniziare a scrivere nuovi pezzi. I primi tre mesi dopo il rientro li abbiamo impiegati a trovare la giusta direzione. Si scriveva, si registrava, si cancellava e si riprendeva dall’inizio. Dopo questo periodo abbiamo composto la title track, “Synrise”. E quel pezzo ha rappresentato davvero l’inizio del nuovo suono, una sorta di marchio di fabbrica, si potrebbe dire. Sapevamo di aver creato qualcosa di particolare ed eravamo certi che quella canzone dovesse essere l’apertura del disco. “Synrise” aveva infatti tutto quello che stavamo cercando: una melodia forte e un’atmosfera nostalgica in un pezzo “in crescendo”. Ha tracciato le linee guida di quello che stava per venir fuori. In seguito gli altri brani del disco sono stati scritti molto velocemente”.

Quali sono le maggiori differenze tra “Synrise” e il suo predecessore “Bring it on”?
“La motivazione alla base di “Bring it on” era quella di fuggire da casa e suonare nel maggior numero di club possibile. Per quel disco abbiamo usato i synth con la stessa attitudine rock con cui si suonerebbero le chitarre. Abbiamo distorto il suono, creato delle basi d’impatto e usato parti vocali spesso quasi urlate.
“Synrise” riprende alcuni di questi ingredienti, ma questa volta abbiamo approfondito maggiormente il nostro sound. Durante le registrazioni l’obbiettivo era soprattutto quello di scrivere dei buoni pezzo con delle belle melodie. Penso che l’approccio sia stato più attento e con maggiore libertà creativa. Non potrei immaginare un pezzo come “Hunt”, per esempio, sul nostro primo disco. Sicuramente avremmo apprezzato un brano del genere, ma all’epoca probabilmente non eravamo pronti. Abbiamo registrato e prodotto il nuovo disco da soli e questo ci ha reso molto sicuri sia come band che come produttori”.

Durante le registrazioni di “Synrise” siete riusciti a ottenere il sound che cercavate dall’inizio?
“Nessuno di noi avrebbe mai immaginato di avere un prodotto come il nuovo album come risultato finale delle registrazioni. E’ stata una ricerca intensa per metterci tutti sulla stessa linea creativa e condividere la stessa sensazione. Perché la “sensazione” è una delle parole fondamentali per un artista. Siamo guidati da una forza, da un ideale, ed è solo quando è presente che sai come definirla. Quindi come ci siamo chiusi in studio non avevamo assolutamente nessuna idea precisa di cosa e come sarebbe venuto fuori. Solo con il passare del tempo le cose si sono fatte più chiare ed abbiamo trovato la giusta direzione”.

Quali artisti o gruppi vi sono stati d’ispirazione per il nuovo album?
“Durante le registrazioni abbiamo ascoltato molto “Speak and spell” dei Depeche Mode. Il sound e le canzoni di quel disco sono molto minimali ma colpiscono chi le ascolta. E’ curioso che molti dei synth che usarono per quel disco si trovano anche in “Synrise”.

I concerti dei Goose sono sempre caratterizzati da grande energia. Pensate che i nuovi pezzi si adatteranno alla vostra dimensione live?
“Durante le registrazioni ci fermavamo spesso per chiederci: “Hey questo pezzo potrà rendere dal vivo?”. La risposta era sempre: “Si!”.

(Francesco Melis)

Collegamenti su Kalporz:
Goose – Synrise
Depeche Mode – Concerto a San Siro (Milano)
Depeche Mode – Sounds Of The Universe
Depeche Mode – Exciter
Depeche Mode – Concerto al Filaforum di Milano

16 novembre 2010

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