Intervista agli Yuppie Flu

Intervista di M & R, Daniele Paletta e Luca Vecchi

Alla vigilia dell’atteso concerto al Calamita di Cavriago (RE) sabato 14 febbraioMatteo, voce e chitarra degli Yuppie Flu, racconta l’evoluzione che ha portato la band anconetana ad essere una delle realtà più importanti dell’indie pop italiano ed europeo. Ad un anno dall’uscita di “Days before the day”, eletto disco dell’anno al Meeting delle Etichette Indipendenti 2003, gli Yuppie Flu sono a buon punto con la lavorazione del nuovo album che si preannuncia molto più rock.

L’impressione è che “Days before the day” sia stato particolarmente importante per voi perché ha sancito la vostra crescita e la costruzione di un suono molto personale.
E’ stato un album a cui abbiamo lavorato molto, volevamo che in qualche modo potesse lasciare il segno, abbiamo continuato a rielaborare le canzoni fino a quando non eravamo completamente soddisfatti del risultato. Siamo molto contenti che sia piaciuto molto sia alla stampa che al pubblico, per noi è stata una conferma e il segnale che abbiamo lavorato nella direzione giusta.


“Days before the day” è un disco di indie pop molto elegante e raffinato. Come lo rendete dal vivo?
Dal vivo l’arrangiamento generale delle canzoni è più virato verso un suono rock, cercando di puntare molto sull’impatto sonoro ed emozionale, alcuni particolari del disco sono tralasciati a favore di una maggiore compattezza di suono. In questo momento mi piacciono molto le versioni ‘live’ dei brani.


Hai prodotto il nuovo disco dei Fuck. Come si è avviata la collaborazione e come hai cercato di “disciplinare” un gruppo di solito dispersivo?

Con i Fuck abbiamo da anni un ottimo rapporto di amicizia, da quando abbiamo fatto il primo tour insieme nel ’98-’99.
Loro sono sempre stati grandi fan degli yuppies fin da allora e quando homesleep li ha ingaggiati per il nuovo album mi hanno chiesto di registrare e produrre i loro brani.
Sono venuti un mese da me ad ancona ed abbiamo registrato il disco nella sala prove degli yuppie flu. A dire il vero non è che abbia cambiato l’andamento delle canzoni più di tanto, ho solo cercato di rendere il tutto più semplice e diretto possibile evidenziando le melodie ed il fulcro delle composizioni, poi a bologna il mio socio di studio Giacomo Fiorenza ha fatto un ottimo missaggio.


Avete da poco ristampato l’album del 1999 “Yuppie Flu At the Zoo” con tre bonus track. Che cosa ci dite di quel disco? Quanto è cambiata la musica degli Yuppie Flu?

Credo che la differenza rispetto ad allora sia soprattutto una maggiore cognizione di come comporre e lavorare su delle idee iniziali. Lo stile della band non è cambiato molto, direi che si è in un certo senso evoluto. Ed abbiamo anche imparato a suonare meglio i nostri strumenti inevitabilmente. Ritengo comunque ‘at the zoo’ un ottimo disco considerata anche tutta l’inesperienza che avevamo al tempo.

La vostra etichetta, la Homesleep, è una delle più apprezzate label indie italiane.
La homesleep è cresciuta assieme agli yuppie, io ne sono uno dei soci fondatori, per noi è come una grande famiglia, oltre a lavorare insieme siamo tutti amici da lunghissimo tempo.

Il video di “Food for the ants” ha un effetto comico simile a quello di “Praise you” di Fatboy Slim. Com’è nata l’idea di far cantare il pezzo a quel personaggio? Di recente il brano è anche colonna sonora di uno spot pubblicitario…
E’ stata un idea del regista del clip, Matteo Bonifazio, credo che il regista abbia colto in pieno il mood e lo humor della band, è un video low-budget ma per me azzeccatissimo.
Il brano per lo spot ci è stato richiesto ed abbiamo accettato volentieri dato che andava in onda proprio nel mezzo della promozione del nuovo video e dell’album.

Si legge che il vostro set acustico suonato per BBC Radio ha ammaliato molti tra cui Thom Yorke dei Radiohead. Come è andata? E qual è in generale l’accoglienza per la vostra musica all’estero?
Siamo contenti di avere la possibilità di poter portare la nostra musica anche fuori dall’italia, yuppie flu ed homesleep hanno sempre lavorato in questo senso.
Negli ultimi 2 anni abbiamo suonato diverse volte in UK e fatto alcune session radiofoniche a londra tra cui una alla BBC, trovarsi negli studi della BBC ci è sembrato qualcosa di irreale, là abbiamo registrato 4 brani in acustico e il caso ha voluto che nei giorni successivi durante la programmazione della nostra session era ospite Thom Yorke per un intervista che ha chiesto informazioni al produttore del programma e si è fatto lasciare il nostro album. I feedback sono stati molto buoni in tutta europa per quest’album e lasciano ben sperare per il futuro.

Siete uno dei gruppi più importanti della scena indipendente italiana, il vostro ultimo album ha venduto, vi stimano anche all’estero, richiedono la vostra musica per spot televisivi: nessuna major si è fatta viva?
Non credo che una major italiana possa fare meglio di homesleep in questo momento in italia per una band come yuppie flu, per l’estero vedremo che succede in futuro… e non credo che le major italiane siano ancora pronte per investire e lavorare bene su gruppi come il nostro, hanno ancora una mentalità troppo legata ai meccanismi discografici del passato, la domanda nel campo musicale è cambiata ma l’offerta no per questo il mercato è in crisi. Spero in un futuro sempre più ricco di produzioni indipendenti magari poi abbinate a distribuzioni major le quali attualmente hanno quasi il monopolio di accessibilità ai punti vendita, stores, ecc…

Days before the day, disco dell’anno al MEI 2003

Dovrebbe uscire un vostro singolo per il singles club dell’etichetta Homesleep e il vostro nuovo disco è annunciato per settembre. Che direzioni sta prendendo la vostra musica?
Yuppie flu chiuderanno il capitolo single’s club homesleep con il numero 12, dovrebbe uscire a fine marzo.
Nel frattempo siamo già a buon punto con la lavorazione del nuovo album, dovremmo avere il master pronto per fine maggio per uscire a settembre. Il nuovo disco sarà piuttosto diverso dal precedente, come è accaduto per tutti i nostri dischi, sarà marcatamente più rock ed in generale più diretto e semplice rispetto alla complessità degli arrangiamenti di ‘days before..’, è importante per noi intraprendere diverse direzioni ogni volta, per rinnovare gli stimoli e per sperimentare sempre nuove cose.