GENESIS, Foxtrot (Charisma, 1972)

Un ulteriore passo avanti. Perno dell’album è la lunga suite “Supper’s Ready”, che occupa quasi tutto il lato B. E’ una pietra miliare del genere: nessun’altra progressive-band è mai riuscita ad esprimersi in modo così “alto” all’interno della “fatidica” soglia dei 20 minuti. Il lato B si apre però con “Horizons” di Steve Hackett, probabilmente il brano compositivamente più affascinante che il rock abbia offerto per sola chitarra acustica (parlando di tecnica esecutiva si imporrebbe”The Clap” di Steve Howe e degli Yes). Anche il lato A è comunque pienamente all’altezza. “Watcher of the Skies”, ritmicamente innovativa, apre l’album, seguita da “Time Table”, favolosa in ogni senso, uno dei vertici della vocalità di Peter Gabriel; completano il lato A la dialogata “Get’em out by Friday” e “Can-Utility and the Coastliners”, dove il fulgore strumentale fa il paio con una parte vocale che non si dimentica facilmente.

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