Monica Mazzoli Awards 2023

(In foto –  perdersi nell’infinito: durante una sera d’estate mentre passeggio sul lungomare di Castiglioncello, il mio sguardo viene catturato da un cormorano (penso), in cima a uno scoglio, che guarda l’orizzonte. Ascoltare un disco, guardare un film, leggere un libro credo sia qualcosa di simile: guardare lontano alla ricerca di nuovi orizzonti)

L’attenzione per l’uscita di un disco dura – se va bene – qualche settimana, poi si passa subito altro. La velocità frenetica è un male dei tempi che viviamo, così spesso mi ritornano in mente le parole di Alex Langer: «lentius, profundius, suavius» ossia «più lento, più profondo, più dolce». Cerco, per quanto mi è possibile, di farle mie perché penso che lentezza e profondità possano essere le chiavi per aprire nuove porte, magari rimaste chiuse per anni.

Le classifiche di fine anno sono solo un gioco ma possono essere un momento per ritornare, soffermarsi su un disco/libro/film o scoprire cose che ci sono sfuggite:

30 Dischi

1. Niecy Blues – Exit Simulation
“Exit Simulation” è una delle sorprese discografiche del 2023. È il caso di dire che l’ascolto dell’album di debutto di Niecy Blues (all’anagrafe Janise Robinson), pubblicato dalla Kranky, è quasi esperenziale: la struttura dei brani, articolata in strastificazioni infinite, è fortemente evocativa. Un lavoro impressionante dal punto di vista strumentale e vocale: ambient per la sua caratterizzazione sonora/atmosferica e dreamy/(quasi) gospel nell’andare oltre certi modelli della scena R&B contemporanea.
2. Parasite Jazz – Parasite Jazz (scoutcloud di giugno)
«L’opera astratta di Diane Malatesta in copertina potrebbe essere una rappresentazione delle forme, non definite, che può assumere un genere come il jazz: essere un non-genere e diventare un territorio di contaminazione, di incrocio tra le rotte sonore più disparate (dub, post-punk, kraut). Due brani su tutti – “π dub” e “Glissement de Terrain” – fotografano questo percorso musicale di jazz-mutante»
.

3. William Fields – Fictions
«[…]la creatività umana per mezzo della sintesi computerizzata – ossia del lavoro con REAPER (workstation audio, sequencer, multitraccia midi/audio) e dell’utilizzo di codice JSFX – genera scenari musicali che pur avendo un’anima algoritmica risultano imprevedibili, sfuggenti, improvvisati. Qualcosa di unico o quasi» (considerazione fatta sul mio blog GoingUnderground.it).
4. James Holden – Imagine This Is A High Dimensional Space Of All Possibilities
“Imagine This Is A High Dimensional Space Of All Possibilities” di James Holden: il titolo dice già tutto, un magma sonoro immaginario dove il suono vaga in mille direzioni.
5. Marlene Ribeiro – Toquei no sol
«“È una grande foschia nebbiosa di nostalgia, giocosità, autoriflessione e speranza”: così Marlene Ribeiro (già parte del collettivo GNOD) ha descritto Toquei No Sol, suo ultimo album e debutto discografico a suo nome (e non come Negra Branca) e il disco è quanto di più profondo abbia mai prodotto la musicista portoghese. Le sei tracce, registrate tra Irlanda, Galles, Portogallo, Madeira e Salford, sono un affresco sonoro etereo, ipnotico, policromo, dalle tante sfaccettature: dream-pop, psichedelico, sperimentale». (estratto da Best Albums of 2023 So Far)
6. Piotr Kurek – Smartwoods
7. Charif Megarbane – Marzipan
8. Blue Lake – Sun Arcs
9. Maya Ongaku – Approach to Anima (scoutcloud di aprile)
10. Alex Pester – Better Days
11. Natural Information Society – Since Time Is Gravity
12. Aksak Maboul – Une aventure de VV (Songspiel) (Made to Measure Vol. 48)
13. Galya Bisengalieva – Polygon
14. Dwarfs Of East Agouza – High Tide in the Lowlands
15. Monde Ufo – Vandalized Statue To Be Replaced With Shrine
16. Coti K.,Yiagos Hairetis, Panos “Tsiko” Katsikiotis – Radical Imaginary
17. Leonardo Barbadoro – Musica Automata
18. Musta Huone – Valosaasteen sekaan
19. Celestaphone – Paper Cut From the Obit
20. Arooj Aftab, Vijay Iyer & Shahzad Ismaily – Love in Exile
21. SANAM – Aykathani Malakon ص​ن​م – أ​ي​ق​ظ​ن​ي م​ل​ا​ك​ٌ
22. Petra Hermanova – In Death’s Eyes
23. Mike Reed – The Separatist Party
24. Billy Woods & Kenny Segal – Maps
25. Laurel Halo – Atlas
26. Bex Burch – There is Only Love and Fear
27. Andrea Belfi – Eternally Frozen
28. Model/Actriz – Dogsbody
29. Annelies Monseré – Mares
30. Mayssa Jallad – Marjaa: The Battle Of The Hotels

Altri Dischi

In ordine sparso:

Lankum – False Lankum
Dorothy Moskowitz & The United States of Alchemy – Under an Endless Sky
Mitka – Sound2 (scoutcloud di gennaio)
Rian Treanor & Ocen James – Saccades
El Michels Affair & Black Thought – Glorious Game
Kofi Flexxx – Flowers in the dark
Golden Ivy – Kammarn
Black Duck – Black Duck
The Necks – Travel

Jason Moran – From the Dancehall to the Battlefield
Koma Saxo – Post Koma
Marta Salogni & Tom Relleen – Music For Open Spaces
V/Z – Suono Assente

Martina Bertoni – Hypnagogia
CV Vision – Im Tal der Stutzer
Hidden Horse – Incorporeal
Flaer – Preludes
Adam Halliwell – Freedom Lapse
ML Buch – Suntub
Maxine Funke – River Said
Nakibembe Embaire Group – Nakibembe Embaire Group
Slauson Malone 1 – Excelsior
Honour – Àlàáfía
Katie Gately – Fawn/Brute
Hayden Pedigo – The Happiest Times I Ever Ignored
Setting – Shone a Rainbow Light On
Orion Music Workshop – M​â​lemort
Lourdes Rebels – Necronomicon 3
Ursa Major Moving Group – Ursa Major Moving Group (scoutcloud di marzo)
The Waeve – The Waeve
Melanie di Biasio – Il Viaggio
Califone – Villagers
Dina Ögon – Oas
Ali Sethi & Nicolás Jaar – Intiha
Ítallo – Tarde no Walkiria
Fortunato Durutti Marinetti – Eight Waves In Search Of An Ocean
Anohni – My Back Was a Bridge for You to Cross
Water From Your Eyes – Everyone’s Crushed
Gold Dime – No More Blue Skies
Guardian Singles – Feed Me To The Doves
En Attendant Ana – Principia
The Bures Band – Birds Nest

5 EP

June McDoom – With Strings
Colloboh – Saana Sahel EP
Laura Agnusdei – Goro
Heavy Mother – Comical Uncertainty
Moussa Tchingou – Tamiditine EP

Colonne Sonore

Mariá Portugal – 1976
Jerskin Fendrix – Poor Things
Fabio Massimo Capogrosso – Rapito
Teho Teardo – Delta
Dominique Plante – Les Chambres Rouges
Menzione per Olivier Arson – As Bestas (colonna sonora uscita nel 2022 ma ascoltata quest’anno)

Compilation/Ristampe


Salenta + Topu – Moon Set, Moon Rise (uscito su cassetta nel 2021, ristampato su vinile da Futura Resistenza quest’anno)
Emahoy Tsegué-Maryam Guèbrou – Jerusalem (Mississippi Records)
À Moi La Liberté, Early Electronic Raï, Algérie 1983​/​1990 (Born Bad Records/Serendip Lab)
Gianni Safred – Electronic Designs (Four Flies Records)
Piero Piccioni – Colpo Rovente (Blind Faith Records)
Grupo Um – Starting Point (Far Out Recordings)
The NID Tapes: Electronic Music from India 1969​-​1972
Grupo Los Yoyi – Yoyi (Mr Bongo)
The Replacements – Tim (Let It Bleed Edition)
The Malombo Jazz Makers – Down Lucky’s Way

The sound of 2023

Libri & Cinema

Frammenti, pensieri da/su libri letti e film visti:

  • Letture:

–  Marc Ribot – Nelle mie corde. Storie e sproloqui di un chitarrista noise (2023, Big Sur)

Un breve estratto (traduzione di Milena Sanfilippo), Ribot che racconta Robert Quine:

«Un mese prima di morire, Quine mi regalò un cd delle ultime session di Lester Young. Young, ormai quasi morto di alcolismo, riusciva a malapena a tirare fuori le note mentre la vigorosa sezione ritmica alle sue spalle non gli lasciava un attimo di tregua. Una disconnessione pressoché totale: eppure era Lester ad avere la meglio, li staccava tutti – fra gli ingranaggi di quella fredda macchina si sentiva sanguinare la sua anima. Quine ha vissuto per momenti del genere, almeno finché ha potuto».

Emiliano Morreale – L’Ultima Innocenza (2023, Sellerio Editore)
Un estratto:
«La visione di Anna però era stato qualcosa di diverso. Il film ci aveva mostrato che tra il cinema e la vita non si poteva tracciare una linea, che il cinema non era fatto per accompagnare la vita e i suoi momenti e per rivelarceli. C’erano i film della nostra vita, certo, ma altri film erano anzitutto, irriducibilmente, film delle vite degli altri, o della vita di nessuno: disperate dichiarazioni dell’impossibilità di vedere la vita. Dietro il cinema, contro il cinema, era la vita. I film potevano non solo amarla e servirla ma offenderla, mancarla, ferirla».

– Menzione particolare per To Anyone Who Ever Asks: The Life, Music, and Mystery of Connie Converse (2023, Wildfire) di Howard Fishman.

  • Visioni:

Les Chambres rouges (2023, Pascal Plante – vincitore del ToHorror Fantastic Film Fest 2023)

Il soggetto arturiano di Lady of Shalott è ripreso dal regista canadese Pascal Plante e trasportato nella realtà ipertecnologica contemporanea: Kelly-Anne (Juliette Gariépy), modella e giocatrice di poker online, è una Lady Shalott che guarda la realtà solo attraverso Internet (lo sfondo del suo PC è la Lady Shalott dipinta da Atkinson Grimshaw) e le Red Rooms del dark web. 

Il Male non esiste (2023, Ryûsuke Hamaguchi)

La sequenza di apertura di “Aku wa sonzai shinai” (titolo italiano: “Il male non esiste”) di Ryûsuke Hamaguchi è una delle più belle viste negli ultimi anni e le musiche di Eiko Ishibashi ne sono il cuore pulsante. Non stupisce quindi leggere che il film sia nato concettualmente osservando i luoghi dove prende forma il processo artistico-creativo della Ishibashi.
«Ishibashi mi ha chiesto di realizzare il video per una sua live session. Lavorando insieme a quel video abbiamo cominciato a pensare al film: abbiamo continuato a parlare di questo progetto per più di un anno, ma non eravamo ancora riusciti a decidere che direzione prendere. Allora un giorno ho pensato di andare a vedere dove abitava Ishibashi, dove lei stessa crea la sua musica. Sono zone immerse nella natura, incontaminate, vicine a dove abbiamo effettivamente poi girato» (Hamaguchi a Rolling Stone Italia).

Foglie al vento (2023, Aki Kaurismäki)

Quando intravedo la copertina di un disco (vinile, CD, cassetta…) in un film, parte il rompicampo per capire nome dell’artista e titolo. Nell’ultimo di Aki Kaurismäki, “Foglie al vento”, c’è tanta musica, tant’è che le canzoni sembrano quasi fare da voce narrante (penso a un brano come “Kylmä rakkaus”, il cui titolo in italiano dovrebbe essere una roba come “Amore gelido”), in nessuna scena però si vedono dischi fisici (se non quelli di un jukebox). Compaiono invece tantissime locandine di film: quella di “Breve incontro” di David Lean, quella de “I morti non muoiono” Jim Jarmusch (che i due protagonisti vanno a vedere al Cinema), quella de “Il Disprezzo” e di “Pierrot le fou” di Jean-Luc Godard, quella di “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti, quella de “L’Argent” di Robert Bresson, quella di “Lost Continent” di Samuel Newfield, quella di “Fat City” di John Huston.

Anatomia di una caduta(2023, Justine Triet)

Cercare risposte ai propri dilemmi interiori nella musica. In “Anatomie d’une chute” (titolo italiano: “Anatomia di una caduta”) di Justine Triet uno dei protagonisti interroga se stesso affidando la propria anima alle sette note: Daniel, interpretato da Milo Machado Graner, è un ragazzino ipovedente che si ritrova a vivere una tempesta emotiva/psicologica: il padre muore cadendo dal secondo/ultimo piano dello chalet dove vivono e la madre è sospettata di omicidio; per Daniel suonare il pianoforte, in particolar modo alcuni brani (Asturias di Isaac Albéniz e Prélude en Mi Mineur Op. 28. No.4 di Frédéric Chopin), rappresenta un modo per rimettere insieme sensazioni, ricordi della propria vita.
As Bestas (2022, Rodrigo Sorogoyen – uscito nelle sale italiane ad aprile 2023)

“As bestas – la terra della discordia” di Rodrigo Sorogoyen, ispirato a una vicenda realmente accaduta nel 2010 a Santoalla, è un thriller psicologico potente nel raccontare gli abissi umani: la violenza non è quasi mai visiva (fatta eccezione per alcune scene), la natura violenta dei rapporti tra vicini di casa (ma lontani in tutto) è spesso sussurrata veementemente ma raramente urlata. Il sangue scorre solo metaforicamente: non c’è, non si vede ma è come se ci fosse.

Il libro delle soluzioni (2023, Michel Gondry)

“Le Livre des solutions” (in italiano, “Il Libro delle soluzioni”): l’ultimo film di Michel Gondry ha la brillantezza divertita di un’opera giovanile, di chi ha una voglia matta di divertirsi e far divertire. La bellezza anarchica della creatività in un mondo dove tutto sembra già scritto.
Manodopera (2022, Alain Ughetto – uscito nelle sale italiane il 31 agosto 2023)
“Manodopera” (titolo originale francese, “Interdit aux chiens et aux Italiens”) di Alain Ughetto è poetico: una poesia della memoria.
La storia piccola dei nonni italiani del regista del film – originari di Borgata Ughettera – incrocia tante altre grandi storie: le migrazioni e il razzismo; la vita durante e dopo le guerre; la morte sul lavoro; lo spettro nero del fascismo; Gino Bartali al Tour de France.
Le marionette, animate con la tecnica dello stop motion da Ughetto, sono la voce dei ricordi di un passato da non dimenticare.

Altri film visti e piaciuti: Gli spiriti dell’isola (2022, Martin McDonagh – uscita nelle sale italiane febbraio 2023); Rapito (2023, Marco Bellocchio); Close (2022, Lukas Dhont – uscita nelle sale italiane gennaio 2023); Palazzina Laf (2023, Michele Riondino).

Film evento: The First Slam Dunk (2022, Takehiko Inoue – uscita nelle sale italiane maggio 2023)

Mostre (Fotografia, Arte)

Mostra “Lisetta Carmi. Suonare Forte” a Villa Bardini (Firenze)

Le foto di Lisetta Carmi parlano. Istantanee di vita.

Mostra “Rudolf Levy (1875 -1944) – L’opera e l’esilio”, Andito degli Angiolini, Palazzo Pitti (Firenze)

I ritratti di Rudolf Levy hanno qualcosa di speciale. Una malinconia che colpisce subito chi guarda: colori che penetrano nel profondo dell’anima.

Teatro

“Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere della prigionia e sul memoriale di Aldo Moro” – Fabrizio Gifuni, Teatro della Pergola, Firenze, 3 dicembre 2023
Certi luoghi sono magici, hanno una potenza straordinaria: sono impermeabili alla confusione caotica del nostro presente perché vivono in una dimensione altra. Nella Sala Grande del Teatro della Pergola, durante “Con il vostro irridente silenzio. Studio sulle lettere della prigionia e sul memoriale di Aldo Moro”, ho avuto l’impressione di assistere a uno spettacolo spirituale ma al contempo viscerale: due ore in cui Fabrizio Gifuni diventa interprete, voce, anima e corpo, delle parole scritte da Aldo Moro durante la prigionia. Ombre e luci. Tutto sembra dannatamente vivo, anche se così non è nella realtà.