Un disco non si giudica dalla copertina ma forse certe volte andrebbe fatto. Per esempio, la presentazione grafica, estetica dell’album di debutto omonimo del trio Parasite Jazz, formato da Alexandre Larcier, Tamara Goukassova e Théo Delaunay, ci dice molto di questo nuovo progetto «non-jazz» – così viene definito nella costolina cartacea che accompagna il vinile – distribuito dalla francese Disques de la Spirale insieme alla Groovedge Records. L’opera astratta di Diane Malatesta in copertina potrebbe essere una rappresentazione delle forme, non definite, che può assumere un genere come il jazz: essere un non-genere e diventare un territorio di contaminazione, di incrocio tra le rotte sonore più disparate (dub, post-punk, kraut). Due brani su tutti – “π dub” e “Glissement de Terrain” – fotografano questo percorso musicale di jazz-mutante.
(Monica Mazzoli)
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