Intervista a Max Gazzè

Simpatico, e con una capacità innata: focalizzare sugli argomenti senza perdersi in tortuosi giri di parole.
Dopo anni di concerti e di singoli orecchiabili, oggi Max Gazzè è uno degli artisti più amati dai giovani, ma la popolarità non sembra avergli fatto perdere le coordinate del vivere quotidiano.

Tu non sei né un artista “underground” né una star. Dove ti collochi nel panorama musicale italiano?
“Non so dire se sono popolare o meno: da 6 anni non guardo la tv e quando sento per strada “…toh, c’è Gazzè…” mi vien quasi da ridere… Di sicuro sono un musicista che ha sempre fatto ciò che ha voluto e continua a farlo. Non ho mai cercato una collocazione precisa nel panorama musicale”.

Cosa rappresenta per te la dimensione live?
“Mi piace suonare: quando non sono in tour passo una buona parte del mio tempo libero facendo delle jam session con gli amici. Credo, poi, che dal vivo le mie canzoni abbiamo più forza rispetto alle esecuzioni su disco”.

Oggi fare un cd è molto semplice: basta un computer ed il gioco è fatto. Le redazioni sono invase di demo come non è mai accaduto. Il problema però è trovare il tempo giusto per ascoltarli.
“Anch’io ricevo demo in quantità industriale. A volte, su dieci ascolti, uno o due compact sono molti interessanti. Anzi: un cd, spesso, è davvero molto bello. Purtroppo oggi però le case discografiche hanno delle difficoltà nell’investire sui nuovi prodotti, vanno alla ricerca del guadagno facile, del successo immediato, del prodotto da vendere subito. Questo è un danno. Dieci anni fa, cinque anni fa le cose erano differenti”.

In giro per il mondo, ed anche in Italia, è un fiorire di band che fanno del messaggio politico un’esigenza irrinunciabile. Tu cosa pensi della politica nella musica?
“L’importante, nella musica, è dire delle cose. Non sono contro gruppi come i 99 Posse che fanno del messaggio politico una peculiarità della loro arte. Ognuno ha delle esigenze, fa delle scelte, e si comporta di logica conseguenza”.

E della politica in generale cosa ne pensi?
“Io non sono un politico, ma sono comunque molto attento a quello che mi succede attorno. Non mi riconosco in questa classe politica. Ormai è una gara a chi ammicca di più. Si tende a fare molte promesse senza avere la certezza di poterle mantenere. E’ una situazione desolante”.