La Top 7 della Settimana (#14, 2020)

La nostra top settimanale è dedicata agli artisti che non hanno rinunciato a fare musica anche durante la quarantena, trovando  un altro modo di “fare assembramento” insieme a noi nell’era della distanza.

7. Grimes

Forse – perlomeno per chi conosce Grimes – ci si poteva aspettare che prima o poi decidesse di lasciare ai suoi fan il compito di fabbricare i suoi videoclip (ne parliamo qui): e quale occasione migliore di una quarantena globale dove tutti, o quasi, siamo costretti a casa? Quello che forse nessuno si aspettava, però, è il risultato esilarante raggiunto in sole ventiquattr’ore: il green screen del videoclip di “You’ll Miss Me When I’m Not Around” ha già ospitato Sailor Moon, twerking, capre inferocite, tostapane con le ali, fantasie psichedeliche viola più o meno imbarazzanti e persino questa versione in cui Grimes fa il vogueing con la spada in mezzo ai peschi in fiore di Animal Crossing.

6. Massive Attack

Il generatore di crossover improbabili più potente del web – altrimenti noto come Twitter – ci ha regalato un’altra gioia: i Massive Attack hanno citato Fabio Fazio in una serie di cinguettii dedicati al fatto che la carenza di risorse sanitarie per fronteggiare l’epidemia, tra altre cause, sarebbe dovuta anche all’evasione fiscale. Lo storico collettivo di Bristol, da sempre impegnato in cause sociali, ecologiche e politiche, è in prima linea nella gestione delle conseguenze della pandemia. A noi fa sorridere il fatto che Fabio Fazio – l’uomo che si scandalizza quando Luciana Littizzetto parla di sesso e dice le parole del gatto – sia stato citato proprio dai Massive Attack in una delle rare frasi lapidarie che gli sono scappate nella sua lunga carriera di sorrisi alla telecamera. La Babele della pandemia, insieme a tensioni ed equivoci personali e collettivi, produce anche alleanze che ti svoltano la giornata.

5. Bad Bunny

Bad Bunny è più o meno conosciuto, perlomeno in ambienti musicali che esulano dalle discoteche, soltanto per i suoi featuring con Daddy Yankee e J Balvin; ma ultimamente (e ne è una prova il fatto che sarebbe stato nella line up del compianto Primavera Sound in calendario a giugno) ha dimostrato di avere un peso tutto suo sulla scena. Sabato è uscito il videoclip di “Yo Perreo Sola”, dove Bad Bunny si reinventa twerking queen con outfit e ancheggiamenti all’altezza delle sue colleghe: non saranno tutti d’accordo con questa considerazione, ma è un peccato non poter andare a ballare reggaeton proprio ora che lo si potrebbe finalmente fare al ritmo di una canzone femminista. Nell’ultimo frame si legge: “se non vuole ballare con te, rispettalo, lei twerka da sola”.
Per adesso, ci faremo bastare il pensiero.

4. Yaeji

“WHAT WE DREW 우리가 그려왔던” è il secondo singolo dell’omonimo album di Yaeji pubblicato questa settimana. La producer si è imposta, fin dall’inizio della sua carriera, come inarrivabile icona di stile: ma nel videoclip di questa canzone si mostra a passeggiare con il nonno, a cena con le amiche, con un asciugamano avvolto sulla testa e il telefono della doccia al posto del microfono. Il concept gira intorno a una cipolla trovata al parco che Yaeji accudisce con amore: finché la pianta non diventa un totem gigante intorno alla quale ballare. Yaeji ha dichiarato su Instagram che questa impostazione più autoironica e autentica deriva dalla fanbase che si è formata intorno a lei nel corso degli anni. “Sono molto più a mio agio a essere me stessa, molto più sicura di me come producer. Mi sono sentita completamente libera da giudizi o aspettative, perché so che tutti voi avete una mente molto aperta.”

3. Amber Mark

La giovane Amber Mark ha già dimostrato di sapersi muovere con un’eleganza consumata sorprendente, per la sua età, tra bossa nova e R&B. Per il primo di aprile ha registrato nella propria casa di New York una cover della celebre “Heart-Shaped Box”, accompagnata da un videoclip in mascherina e un messaggio importante: l’artista ha dichiarato di aver imparato, da questa quarantena, il bisogno di mostrarsi al pubblico nella propria versione più vulnerabile e più intima, lasciando perdere la cura ossessiva della propria immagine e dei messaggi veicolati dalla propria musica che spesso è richiesta dall’ambiente. Questa inedita libertà chiamata a fare da contrappeso all’isolamento forzato funziona: il risultato è straniante, ma magnetico. Un pesce d’aprile da prendere molto sul serio.

2. Angel Olsen

Mercoledì, il fenomeno dell’Art pop e dell’indie rock Angel Olsen ha dedicato all’Italia la sua cover da cameretta de “Il cielo in una stanza”: in occasione del “divieto di assembramenti” che in poche parole descrive l’obbligo di cambiare completamente il modo in cui la musica è sempre stata vissuta collettivamente tra concerti e festival, un classico italiano del 1960 diventa paradigma della necessità di evadere dalle prigioni delle nostre case con la musica, dimostrando una volta di più la necessità, oltre che di fare nuova musica, anche di raccogliere l’eredità di ciò che è stato finora in questo momento di solitudine e di riflessione collettiva.
Angel Olsen è nella line-up del Todays Festival, le cui date, per ora, rimangono a fine agosto come previsto; noi speriamo di poter vedere lei e questa cover dal vivo.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Angel Olsen (@angelolsenmusic) in data:

1. Bob Dylan

“Questa è una canzone inedita che abbiamo registrato un po’ di tempo fa e che voi potreste trovare interessante. State al sicuro, siate attenti e che Dio sia con voi.” Bob Dylan è tornato con una canzone dedicata a John Fitzgerald Kennedy dove non sembra stanco di condannare ancora, più di sessant’anni dopo, il giorno del suo assassinio e il modo in cui la commissione per l’inchiesta gestì il caso. Il cantautore raccoglie così, una volta di più, il ruolo di cantore dell’America, citando più di settanta canzoni e artisti che hanno fatto la storia della musica dopo quel tragico giorno che ha cambiato la cultura di tutte le generazioni a venire, non soltanto americane: “Murder Most Foul” è una piccola enciclopedia di storia che annulla le distanze temporali e geografiche, disegnando un pensiero e una volontà comuni di fratellanza.