Cloud Nothings, Circolo Ohibò, Milano, 14 febbraio 2019

Con un sold-out prevedibile e arrivato negli ultimi giorni, tornano i Cloud Nothings a Milano nella leg europea del tour che accompagna “Last Building Burning” uscito lo scorso ottobre.

La formazione è la solita a quattro con il leader voce e chitarra Dylan Baldi all’estrema destra, con il berretto floscio che porta da un po’ e più defilati TJ Duke al basso, Chris Brown all’altra chitarra, alla batteria il granitico Jayson Gerycz. Nelle date precedenti il nuovo album è stato eseguito per intero o quasi, senza “On the Edge”, brano strumentale, forse per problema di timing o per dare spazio ad altro, e vedremo che finirà così anche stasera.

Dato che l’impatto sonoro dell’album è orientato al noise e all’hardcore c’è da aspettarsi che sarà un concerto senza esclusioni di colpi.

La sala stracolma e come previsto il set parte compatto e potente, i brani sono eseguiti in sequenza come da tracklist e veniamo inondati dal drumming di Gerycz e le  sferzate delle due chitarre, purtroppo la voce di Baldi rimane, almeno nei primi brani (“Leave Him Now”, “In Shame”, “Offer an End”) un po’ bassa ma poi il tuning la porterà ad un livello perfetto.

Pur non essendo nulla di veramente nuovo il sound del Cloud Nothings incarna quel mix di melodia e rumore che riesce a catturare l’ascolto anche quando diventa lo screamo di “The Echo Of The World” o il noise dei dieci minuti abbondanti di “Dissolution”. Partecipatissimo, come deve essere un concerto così trascinante, dal pubblico soprattutto quello di fronte al palco che ne approfitta per creare il giusto livello di pogo senza sfociare nella rissa. “Another Way of Life”, velocissima, chiude la parte della setlist dedicata ai brani recenti. Da lì in poi il gruppo sembra sciogliersi e inizia, annunciata da Dylan una sequenza di “Some of old songs”, la sequenza dei brani più trascinanti della band, che pesca dai lavori precedenti: “Modern Act”, “Now Hear In”, “Enter Entirely”, “Psychic Trauma”, “Stay Useless”, “I’m Not Part of Me” che travolgono tutti come un uragano da tanta è la furia che arriva dal palco.

L’unico encore “Wasted Days” degno finale per un concerto che ha messo dura prova resistenza fisica e le orecchie ma averne serate così: orecchie che fischiano, qualche ammaccatura e il cuore pieno… non era san Valentino?

Setlist:
Leave Him Now
In Shame
Offer an End
The Echo Of The World
Dissolution
So Right So Clean
Another Way of Life
Modern Act
Now Hear In
Enter Entirely
Psychic Trauma
Stay Useless
I’m Not Part of Me

Encore:
Wasted Days