Bob Moses e la sad disco

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Ha attirato una discreta attenzione il primo disco dei Bob Moses, duo electro proveniente dal Canada ma di base a New York. “Days Gone By” è infatti da pochi giorni uscito per la Domino Records: un approdo importante, soprattutto per un album d’esordio. E come spesso accade per le uscite elettroniche su questa label, anche questa proposta si differenzia da quello che siamo ormai abituati a sentire nel genere di appartenenza.

“Days Gone By” infatti è un album dance, ma diverso da quello che una tale definizione potrebbe far immaginare: c’è l’elettronica, ci sono i bassi, c’è la cassa, ci sono le melodie facili e a presa rapida, ma c’è anche e soprattutto un’attitudine cantautorale (cioè legata ai testi) di fondo – ed è proprio questo che rende interessante l’album. Sopra il tappeto morbido di synth cucito da Jimmy Vallance si adagiano le parole e i testi di Tom Howie, che a tutto servono tranne che da “riempitivi” canonici del genere in questione. Anzi, scandagliano a fondo il nostro quotidiano emotivo, con serietà e disillusione, attraverso storie di sentimenti e relazioni, difficoltà emotive e rassegnazione. In poche parole, sad disco.

Un’identità ambivalente quindi, in grado di sorprendere per capacità di adattamento alle diverse situazioni: i due non sono estranei a proporre di tanto in tanto performance acustiche, più incentrate sulle tinte calde della voce di Howie, ma è con le atmosfere da club che i Bob Moses si esprimono al meglio, con la cassa dritta a battere forte e i ritmi più serrati.

Se l’anno scorso avete apprezzato i The Acid, i Bob Moses fanno per voi.
Tra i pezzi estratti da “Days Gone By” c’è “Talk”.