FEIST, “Metals” (Interscope, 2011)

Puntuale come il freddo che si ripresenta inesorabile nelle giornate che si accorciano lentamente, l’autunno viene a portarsi via i profumi e le immagini di un’estate che sembrava non finire. Nel retrogusto agrodolce di una stagione crocevia verso quello che sarà un altro inverno ghiacciato, i colori delle foglie ed il tepore del sole la domenica pomeriggio sono forse l’immagine migliore per descrivere il nuovo, brillante, disco di Leslie Feist. Variopinto come l’insieme di suoni e arrangiamenti messi in campo da un’artista ormai totalmente padrona del suo cammino, caldo come quel senso di protezione trasmesso dalle cose belle. Come chi ritorna da un lungo viaggio e che ritrovi come ricordavi, se non addirittura migliore. C’è il folk che sa di campagna (“Cicadas and Gulls”), il pop da camera (“How Come You Never Go There”) e le aperture semi-orchestrali (“Graveyard”, “Comfort Me”) a dare un tocco di maestosità a temi che hanno nella potenziale capacità di svoltare in qualsiasi momento il fascino nascosto, da riascoltare a più riprese per cogliere nuovi dettagli ogni volta. Le divagazioni al piano. I pezzi voce e chitarra che sanno di dialogo allo specchio nell’intimità di una stanza dove è la sensibilità a parlare attraverso quella voce così espressiva da toccare registri emotivi trascinanti.

Sembra quasi superfluo descrivere una musicista che, nonostante i pochi episodi offerti al pubblico, naviga ormai nel suo mare con una semplicità straordinaria. Un panorama costellato da elementi riconoscibili al primo ascolto, in linea con i tratti poliedrici di un talento purissimo. La perdi di vista e la incontri su un palco dopo anni, nella dimensione in cui meglio fa risplendere tutta la sua classe. Dopo un album in cui il suo pop l’aveva portata alla ribalta oltre ogni previsione e messa sotto una luce a rischio fraintendimenti, Feist torna a esporre i motivi per cui non può che essere considerata la portabandiera di un percorso artistico al femminile destinato a rimanere un riferimento non solo per questi anni. E lo fa scacciando eventuali dubbi sul suo stato di salute.

75/100

(Daniele Boselli)

31 ottobre 2011

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