La svolta tribale dei Sigur Rós

22med-sud-i-eyrum-vid-spilum-endalaust22-album-by-sigur-ros-ph-by-ryan-mcginley

Accordi di chitarra acustica singhiozzanti che sbattono su un’incessante tambureggiare tribale con la voce di Jonsi inseguita da coretti ubriachi e battimano. Non è un esperimento, non è neanche un side-project, benché meno un out-take dalle sessioni unplugged del progetto Heif/Heima. Molto più semplicemente è Gobbledigook il primo scioccante singolo – da ieri scaricabile gratuitamente direttamente dal sito ufficiale (http://www.sigurros.com/dvd3.asp) – del nuovo album in studio dei Sigur Rós.

L’opera quinta della band islandese si intitolerà “Með suð í eyrum við spilum endalaust” (che più o meno si pronuncerebbe “Meth suth ii eirum vith spilum endaloist”) equivalente dell’inglese ”With A Buzz In Our Ears We Play Endlessly”, ed è attesa nei negozi di tutto il mondo dal 23 giugno.

Registrato tutto nel corso di quest’anno al fianco del produttore-guru Flood (Nick Cave, Jesus & Mary Chain, Nine Inch Nails, Depeche Mode, U2, PJ Harvey) è il primo album registrato al di fuori dall’isola dei ghiacci. Infatti oltre al consueto processo creativo nel loro studio di Reykjavík i quattro si sono spostati dapprima in una chiesa della capitale per poi volare fino a Cuba, a L’Avana. Con altre due tappe, a Londra con puntatina negli Abbey Road studios, e a New York, nel Sear Sound, ovvero lo studio di registrazione più antico e vintage nella predisposizione analogica, della Grande Mela dalla quale sembrerebbero aver assimilato la recente e dilagante suggestione per le cadenze tribali che non vede soluzioni di continuità tra folk, psichedelia e IDM (Animal Collective, Liars, Black Dice, Psychic Ills, Effi Briest).

In quello che è preannunciato come il lavoro più gioioso mai realizzato dai quattro si parla di un brano registrato con un’orchestra di 90 elementi, di un altro scritto per voce e chitarra, di un altro che sa tanto di inno e di uno addirittura cantato in inglese (tutte le altre sono cantate in islandese abbandonato definitivamente il peculiare hopelandic), ciò che è certo è l’accantonamento o quasi di quelle chitarre elettriche stridenti e riecheggianti che caratterizzavano le atmosfere glaciali e dilatate dei primi quattro album.

Altra svolta, non di poco conto, nella copertina. Uno scatto di Ryan McGinley, tra nudismo e naturismo quanto il sorprendente videoclip ((http://www.sigurros.com/dvd3.asp) sempre da ieri online, a metà strada tra Doris Wishman e “The Beach”, pericolosamente freak e rigorosamente vietato ai minori di 18 anni.

Insomma, la storia del ronzio nelle orecchie convince poco, qui sembra proprio di avere a che fare con un’altra band.

La tracklist di “Með suð í eyrum við spilum endalaust” sarà:

1. Gobbledigook
2. Inní mér syngur vitleysingur
3. Góðan daginn
4. Við spilum endalaust
5. Festival
6. Með Suð í eyrum
7. Ára bátur
8. Illgresi
9. Fljótavík
10. Straumnes
11. All Alright

Il tour partirà a giugno dal Messico, toccando gli USA prima del lungo soggiorno in Europa che li vedrà in Italia l’11 luglio al Giardino di Boboli di Firenze, il 12 luglio alla Cavea dell’Auditorium di Roma e il 13 luglio all’Arena Civica di Milano.

(Piero Merola)