RON SEXSMITH, Time Being (V2, 2006)

Conosciamo Ron Sexsmith per la sua prolifica carriera di cantautore dai toni colloquiali, attento sia al messaggio lirico dei testi, sia alle melodie che riesce a costruire. “Time Being” é addirittura il suo nono disco e stupisce leggere sulla carta d’identità l’anno di nascita: 1964. Sexsmith sembra ancora un ragazzino e canta con la stessa ed ingenua enfasi di un folk-singer alle prime armi. Ed é questa freschezza il tratto fondamentale che lo eleva rispetto alla media degli autori contemporanei. Sembrano tutti annoiati, tutti disillusi, tutti rassegnati all’idea di essere degli sconfitti. Sexsmith no. Sexsmith continua a cantare i suoi sogni intimisti su delicati arpeggi rubati ad Elvis Costello e Paul McCartney, continua a suonare il suo folk un po’ come Josh Rouse, con un occhio all’amore ed uno verso sé stesso. Ed è una formula che nonostante tutto continua a funzionare. “Time Being”, come tutta la carriera di Ron Sexsmith, non presenta grosse sorprese ed in questo é rassicurante. E’ bello sapere di poter contare ancora su gente del genere e dischi del genere. C’é un punto di “Alta Fedeltà” – il libro, non il film – in cui si dice che le canzoni non ti tradiscono mai. Ecco. E’ esattamente quello che fa pensare un disco così. Verrebbe da chiedere a Sexsmith di suonarne un’altra.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *