THE WHITE STRIPES, Get Behind Me Satan (XL, 2005)

Partiamo con un dato di fatto: il rock è morto. Talmente morto che sono cinque anni che ascoltiamo solo ed esclusivamente chitarre. In questa situazione, i White Stripes hanno costruito il loro successo che, con il binomio “White Blood Cells” – “Elephant” ha raggiunto proporzioni internazionali che da tempo non si vedevano per una rock’n’roll band di siffatta maniera.

L’immagine di Jack e Meg White è talmente retrò e fuori moda da essere diventata estetica del cool, questo per dimostrare come – effettivamente – il rock sia morto e sepolto. Ed è per questo che mentre tutti si aspettavano un successore di “Seven Nation Army”, l’ennesima raccolta di riff assassini, Jack White prende quanto di buono ha seminato in altri settori – su tutti, la produzione di “Van Lear Rose” di Loretta Lynn – cerca di usare la chitarra elettrica il meno possibile e scrive una manciata di brani che ringraziano le tradizioni musicali americane e sono quanto di meno ruffiano potesse uscire sotto una ragione sociale così famosa.

Che poi, a dirla tutta, non è che la chitarra se ne stia sempre nella custodia – il singolo “Blue Orchid” o la zeppeliniana “Instinct Blues”, per dire – ma è il pianoforte il vero strumento di questo “Get Behind Me Satan”. Dalla linea melodica di “The Denial Twist” e “White Moon” al quasi dixieland alla Scott Joplin di “I’m Lonely (But I Ain’t That Lonely Yet)” si avverte come la costruzione delle canzoni passi attraverso i tasti bianchi e neri per raggiungere altri territori battuti solo occasionalmente, come il country schizzato di “Little Ghost” o i respiri ‘college’ di “Take, Take, Take”. Il risultato è un disco che, nonostante ad un primo impatto possa sembrare altamente ragionato, dimostra una freschezza ed istintività ancora stupefacente. Una passione che con la maturità ha trovato una realizzazione efficace e mai così quadrata.

E comunque sì, probabilmente questo disco sarà commercialmente meno fortunato del campione di incassi “Elephant” (del resto, un singolo come “Seven Nation Army” ha marchiato a fuoco gli ultimi anni), ma la musica contenuta in “Get Behind Me Satan” colpisce al cuore come forse mai è stato fatto e nonostante non si muova la testa a tempo come i vecchi tempi in cui eravamo giovani, il rock sembra non essere mai stato così efficace e in buona salute – almeno per quanto riguarda gli ultimi anni – come i White Stripes dimostrano nel loro quinto e riuscitissimo album.

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