BAHA MEN, Who Let the Dogs Out (S-Curve/Edel, 2000)

La copertina m’aveva steso. Le spiagge bianche, il mare cristallino, le palme… Sembrava un greatest hits di Richard Clayderman, con tutto il rispetto. E poi la provenienza. Cosa ti aspetti da un gruppo di musicisti delle Bahamas che usa strumenti tradizionali? Una cricca di ragazzi col gonnellino di banane che picchiano sui bonghi, intorno al falò. Però avevo ascoltato il singolo che dà il nome all’album, e “Who Let the Dogs Out” non somigliava per nulla a tanto tristi aspettative. Non somigliava a nulla in circolazione, a dire il vero.

Ciò che suona nell’album ha un nome, si chiama jankanoo. Una nuova musica, un nuovo stile, creato proprio dal leader dei Baha Men Isaiah Taylor. Basta prendere gli strumenti e il suono caraibico tradizionale, e aggiungerci chitarre, tastiere, e perché no un rapper. Sto dicendo aggiungere, comunque. I Baha Men fanno musica con gli strumenti tradizionali, con campanacci, whistles, e con quei tamburi che si suonano mettendogli prima fuoco all’interno. La ritmica della musica caraibica si presta bene all’esperimento, comunque già ben rodato. Sono al settimo album, il più maturo, pronto al debutto mondiale. E con che accoglienza! Negli States stanno intorno alla decima posizione nelle charts, e ci stanno ormai da cinque mesi buoni. Hanno venduto due milioni di copie, e praticamente sono al debutto mondiale. Una curiosità: sono cresciuti, musicalmente, in Giappone. Del resto, lì si bevono tutto… Scherzi a parte, proprio nell’isola del sole che s’alza il suono tradizionale delle Bahamas è diventato moderno. Come descriverlo? Intanto, è la musica più allegra che possiate trovare in classifica, di questi tempi. Per nulla profonda, per nulla suggestiva, anzi a un primo ascolto persino pop. Pop melodica, se andate di fretta, ma lo scomparto giusto è quello del soul. Quel tanto di funky, quel tanto di chitarre, e sottotraccia i Caraibi. A differenza di Kusturica, altro signore dell’allegria in musica, i Baha Men non ci provano nemmeno a fare musica tradizionale. Nemmeno di ‘ispirazione’ caraibica, a dire il vero. Come detto, i suoni e la ritmica provengono da là, ma il complesso è davvero nuovo. Ho letto qualcosa in giro per la grande rete, e c’è addirittura chi ne vorrebbe fare un album hip hop. Non credetegli, egli mente. Si può tollerare appena il vocabolo meticcio e caotico ‘crossover’. In realtà i cori, campionati e live, l’impronta melodica e la presenza massiccia di un team di produttori ne fa un’esperienza musicale inedita. Proprio mai sentita, non è poco.

La ‘hit single’ è “Who Let the Dogs Out”, anche in versione remix, molto piacevole. Ma le cose migliori quest’album le dà quando tiene in disparte il rapper. La seconda parte dell’album, diciamo dalla sesta in avanti. Comunque, sono cavilli. Il lavoro per intero gira che è un piacere, e dovete farlo girare! Dovete ascoltarlo un paio di volte almeno, per apprezzarlo come merita. Impresa facile, visti i 45 minuti scarsi, e vista la leggerezza e la gioia di “Who Let the Dogs Out”. Poi, tralasciate qualche produzione un po’ barbina, e sarete dentro all’album. Che non è hip hop, non è rock, non è elettronica, non è nemmeno crossover, non nel senso tradizionale termine. E’ jankanoo, appunto. Non fatevelo scappare!

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