Eric Mingus & Silvia Bolognesi, le foto dal live di Firenze

Eric Mingus & Silvia Bolognesi, Is that Jazz? · Mixité 2024 

La rassegna Mixité 2024 presso il PARC di Firenze, porta in scena l’omaggio a Gil Scott-Heron, da molti definito tra i padri spirituali di quello che poi diventerà il seme di generi musicali come l’hip-hop e più tardi il rap , grande artista rivoluzionario e visionario, che arricchiva la sua musica con un costante fiume di parole, per descrivere la cronaca degli USA dagli anni Sessanta fino alla sua morte nel 2011. Questa celebrazione è affidata all’estro creativo e versatile di Silvia Bolognesi, figura di spicco nel panorama musicale del nostro paese e non solo, contrabbassista e docente a Siena Jazz, con il progetto “Is that jazz?”, nato dalla mente di Jacopo Guidi (direttore artistico di Siena Jazz). Questo progetto curato fin nei più piccoli dettagli vede esibirsi nella sala polivalente del PARC, sold out per questa occasione, Eric Mingus (voce), Pee-Wee Durante (voce e tastiere), Santiago Fernandez (piano), Noemi Fiorucci (voce), Lusine Sargsyan (voce), Andrea Clockner (trombone),  Isabel Simon Quintanar (sax tenore), Emanuele Marsico (voce e tromba), Gianni Franchi (chitarra), Simone Padovani (voce e percussioni), Matteo Stefani (batteria) e Silvia Bolognesi (contrabbasso e direzione).

Il concerto è un mix incalzante, di funk, blues, soul e jazz, il tutto arricchito dai testi taglienti e catturano l’ascoltatore per tutta la durata, un viaggio senza pausa, sapientemente diretto da Silvia Bolognesi, che ne cura la direzione durante il susseguirsi dei pezzi. La stessa contrabbassista ricorda che tutto questo è grazie a Gil Scott-Heron un vero supereroe per lei, ma anche per noi, perché grazie al suo modo di vedere il mondo e riportarlo in musica, ci ha donato, perle uniche ed immortali. Un pezzo dopo l’altro vede alternarsi alla voce Eric Mingus, Noemi Fiorucci, Lusien Sargsyan e Emanuele Marsico, ognuno di loro riesce nell’intento di riarrangiare e riproporre la magnificenza di Scott-Heron, quel suo “spoken word” che era alla base della sua musica, quel essere un precursore del futuro, raccontando però il presente in modo diretto e ritmato, un poeta, un padre della musica che moderna.