FORTUNATO DURUTTI MARINETTI, “Eight Waves In Search Of An Ocean” (Quindi Records/Soft Abuse, 2023)

Il titolo dell’ultimo disco di Fortunato Durutti Marinetti (pseudonimo artistico del musicista canadese di origini italiane Daniel Colussi), Eight Waves In Search Of An Ocean, sembra quasi una dichiarazione d’intenti: l’oceano come metafora di un grande tutto musicale da trovare e scoprire. I brani dell’album sono, per l’appunto, otto come le “onde alla ricerca di un oceano” evocate poeticamente dal titolo: difficile pensare sia solo un caso o forse no. Nella copertina quasi magrittiana – ricordante a tratti La riproduzione vietata (1937) – del precedente Memory’s Fool (2022) il musicista canadese non si vedeva in volto, quasi a voler dire che l’io artistico non si può mostrare perché è in continuo divenire e non è mai come sembra. Nell’artwork del nuovo album, pubblicato da Quindi Records/Soft Abuse, Fortunato Durutti Marinetti continua a farsi vedere di spalle ma l’immaginario di riferimento cambia: viene citata l’opera fotografica realista – e ancora un po’ magica (in fondo) – realizzata da Tony Frank per L’Enfant Assassin des Mouches (1972), disco caleidoscopico di Jean-Claude Vannier, compositore di colonne sonore, arrangiatore del pop francese e del capolavoro di Serge Gainsbourg, Histoire de Melody Nelson. Il processo creativo di Fortunato Durutti Marinetti riparte, in apparenza, da dove si era fermato con l’album precedente: “Eight Waves In Search Of An Ocean”, l’ultima canzone registrata per Memory’s Fool ma esclusa dalla tracklist (almeno stando all’intervista di Foxy Digitalis di luglio 2022 a Marinetti), diventa il titolo del nuovo lavoro del musicista pur non finendo in scaletta come title-track. Il raggio d’azione di Fortunato Durutti Marinetti, però, si amplia e la volontà manifesta sembra essere quella di allargare gli orizzonti, citare L’Enfant Assassin des Mouches n’è una conferma, d’altronde: le otto nuove tracce di Eight Waves In Search Of An Ocean, registrate dal musicista canadese nel marzo 2022 e prodotte da Sandro Perri (già in precedenza collaboratore di Marinetti), sono sì dei flussi sonori dove le parole, tra spoken word e cantato, fluttuano libere ma questa volta l’anima strumentale dei vari brani sembra arricchirsi di nuove nuance, grazie anche all’utilizzo intelligente che viene fatto di sintetizzatori e drum machine. Ogni parte del tutto, pur nella sua diversità (dai battiti sintetici agli intrecci jazzy), contribuisce a creare un equilibrio compositivo e a raggiungere un’organicità sonora: tanti piccoli mondi musicali in uno.

76/100

(Monica Mazzoli)