La semplicità di Buck Meek incanta il Magnolia

Buck Meek @ Circolo Magnolia, Segrate – Sept. 12, 2023

Noto per essere il braccio destro di Adrianne Lenker nei Big Thief, Buck Meek è anche un ottimo songwriter.
Originario del Texas, ha ereditato tutte le migliori caratteristiche da chi proviene dal “lone star state”: la parlata dolce, la gentilizza e il fare filosofico.
Per questa data solista Buck si è portato la chitarra elettrica che userà per tutto il set, dove inanellerà i migliori brani dei suoi tre (più due) album.
Nelle sue canzoni ci sono diversi personaggi che lo accompagnano: i fuorilegge, gli opportunisti, gli amici, i meccanici onesti e anche le nonne ‘seconda mamma’ (“Lagrimas” da spezzare il cuore).

Come i suoi personaggi, la voce di Buck emerge dopo una frazione di secondo, dando quel brivido emozionale che colpisce per sincerità e profondità.
I fan di Big Thief conoscono bene il suo modo di suonare la chitarra con un’espressività emotiva unica come fa ben sentire su Joe by the Book, che deve molto alla Mr tambourine man di Dylan, è evidente.
C’è una notevole vitalità nelle sue canzoni che sono simili ad istantanee e tale è onesto l’approccio che storie di baci rubati e auto d’epoca riescono a riempire l’immaginazione di un pubblico(sparuto purtroppo) attentissimo ad ogni suo fraseggio.

A metà set la stupenda Miss Misty, composta con la Lenker(ai tempi sua compagna), è talmente profonda che non si può fare altro che farsi trasportare dalla sua voce leggera. Di contro la bluecollar Cannonball! Pt. 2, sostenuta da da una voce sorprendentemente alta, risulta divertente tanto che viene da pensare che non starebbe male nel repertorio di Pokey LaFarge.
Cyclades invece è il brano che forse riassume le diverse anime del cantautore: diretta, piena di riferimenti e carica di signifacati.

Mentre i Big Thief sono una solida realtà, Meek sembra perfettamente contento del modesto spazio che sta occupando e non esita a farlo vedere e non si può che rimanere incantati dai suoi racconti che sanno di antico senza risultare nostalgici, anzi come un moderno Carver, riesce a dipanarsi tra piaceri semplici, le profondità dell’anima e raccontare tutto senza filtri perchè Buck Meek è un artista umile, irrequieto e gioioso e non esita a sottolinearlo, anche dopo il concerto concedendo una parola o un saluto a chiunque volesse scambiarci due parole. Non so se con la band tutta questa empatia sarebbe stata possibile.