Intervista ai Les Fauves

Una band in perenne evoluzione, a cui non chiedere mai “ma cos’è che suonate?”. Coi Les Fauves vuoi parlare di musica e ti ritrovi a discutere della modernità liquida secondo Bauman, dei tre stati della materia e dei tre cavalieri dell’Apocalisse.
Una chiacchierata con Case, batterista della formazione emiliana, sul prossimo disco, ultimo capitolo della trilogia N.A.L.T., sull’importanza della rete e su come oggi, in Italia, di musica indipendente non si campi.

Les Fauves

Come nasce l’idea di una trilogia musicale come quella di N.A.L.T. (Noise Arms Limitation Talks) e cosa ci dobbiamo aspettare dal terzo e conclusivo “capitolo”?

In realtà non c’e un vero e proprio intento dietro, l’idea di fare una trilogia é venuta in un momento di scarsa lucidità. A me piace dargli diverse interpretazioni esoteriche, come i tre stadi dell’esistenza, bambino/adulto/genitore, o i tre stati della materia, o i tre cavalieri dell’Apocalisse, o Padre/Figlio/Spirito Santo, ma sono solo interpretazioni arbitrarie. Quello che può essere interessante é che la trilogia mette in evidenza l’evoluzione del nostro “progetto musicale…”.
Non saprei cosa aspettarmi nemmeno io da Nalt-3. Se ci sarà (abbiamo sempre pensato dal principio che sarebbe stata una trilogia incompiuta), qualunque nome abbia, avrà il duro compito di fondere la ricerca di sonorità nuove prestando questa volta attenzione anche alla sintesi minimale della forma. Difficilissimo!


Quanto è importante la “Rete delle reti” per chi come voi fa musica “indie”? Pensate che MySpace abbia ormai fatto “il suo tempo”, rimpiazzato dalle tentacolari funzionalità di Facebook?

Myspace è stato un ottimo trampolino di lancio e di visibilità per un sacco di band da ormai cinque anni a questa parte. Nel nostro piccolo quindi, anche i les fauves ne hanno goduto gli effetti. Per altri versi questa visibilità è diventata ben presto fuori controllo producendo un grande caos.. Qualitativo e quantitativo soprattutto, con tutto quel che ne consegue…
Per quanto riguarda Facebook, ritengo che abbia conquistato il predominio della forma sociale personale, ma non di quella musicale. Myspace a tutti gli effetti rimane e rimarrà un punto di riferimento per le band e gli addetti al settore intenzionati ad un tipo di visibilità pragmatica e chiara, “all in one”, come la sua.


Avete in programma un’intensa attività live, anche fuori dai confini nazionali. Siete una di quelle band che riescono ad esprimersi al meglio dal vivo oppure vi trovate più a vostro agio dentro le mura “ovattate” dello studio di registrazione?

🙂 Potrei dirti che anche per noi, come per molte bands, le due fasi sono complementari nella vita di gruppo, e la voglia di ognuna di esse si esprime in un ciclo infinito proprio nel momento in cui si soddisfa la precedente… Per farla breve. Dopo decine di concerti la voglia di mettersi in studio a registrare, creare, lavorare sodo per produrre qualcosa di nostro raggiunge livelli altissimi. Quando questo processo finisce, estenuati (non è certo una passeggiata soprattutto se come in questo disco si fa tutto da soli), la voglia di uscire, conoscere gente, visitare posti nuovi e suonare sul palco, diventa necessaria..


Il vostro ultimo lavoro è un delirio sonoro dentro al quale si agitano influenze psichedeliche, accenni punk, divagazioni psycho-pop e ritmi tropicali. Io non sono ancora riuscito a trovare le parole giuste per descrivere il suond di N.A.L.T. 2, perciò vi rigiro amorevolmente “la frittata”: che musica suonate?

Il tutto credo sia tenuto insieme da un’unità di stile, che é ben diversa da un’unità di genere. Un delirio sonoro, una modernità liquida appunto, dove tutto sfugge. Suoniamo musica. C’è chi dice tropical punk, avant-pop, ma non credo siano i termini più appropriati.
Siamo devoluti al cambio perenne di genere seguendo solo quello che abbiamo dentro.
Ogni disco credo sarà diverso dal precedente…

Les Fauves


Citate come fonte di ispirazione le teorie del sociologo polacco Zygmunt Bauman: pensavate di cavarvela così facilmente? Adesso ci dovete dire qualcosa di più sul suo concetto di “postmodernità liquida” ed in che misura è riuscito ad influenzare il vostro ultimo lavoro.

Bauman descrive con lucidità scientifica i cambiamenti sociali e culturali che stanno avvenendo in questo momento nel mondo. Il nostro disco logicamente non ha tale pretesa, assolutamente, però fornisce un riflesso personale dei processi che Bauman descrive. Un’interpretazione emozionale attraverso la paura e la confusione che tutti questi cambiamenti si portano dietro. Non abbiamo deciso a priori di fare un disco che interpretasse la modernità liquida: solo a lavoro finito, quando era ora di trovare un titolo che chiudesse il puzzle, questo ci é sembrato il più adeguato, quasi perfetto. Direi che tutto sommato questo disco é un tentativo di esorcizzare la paura, in fondo…


C’è qualche gruppo a livello internazionale che ritenete meritevole di interesse e che in qualche modo si accosta al vostro modo di “vedere” la musica?

Non saprei farti qualche nome preciso così su due piedi.. Anche se dagli Stati Uniti negli ultimi decenni indipendenti sono emerse diverse conosciute realtà meritevoli di interesse e grande ammirazione da parte nostra. Ne potrei citare tantissime, ma magari mi limito solo agli Animal Collective.

Les Fauves


Per voi fare musica è un divertimento, una liberazione o un lavoro?

Fare musica penso sia tutto ciò che abbiamo di bello al momento, e di certo, nelle nostre vite. E nel nostro passato. Un lavoro? Hehehe…


Per quali motivi in Italia è diventato ormai impossibile poter “campare” facendo il musicista?

Al di là della crisi economica imperversante, credo che questa impossibilità sia dovuta alla mancanza sociale, proprio alla base del nostro paese, di un certo tipo di cultura.
La scena alternativa italiana non è nemmeno troppo piccola se consideriamo oggettivamente ciò che siamo. Anzi, in proporzione potrebbe quasi essere ad alti livelli in confronto a migliaia di altri paesi nel mondo. Ma l’Italia non è questo, e forse non deve nemmeno esserlo, perché no…
Figuriamoci poi un gruppo che propone musica liquida in lingua inglese :-), mi sa che ce la siamo cercata!