AA.VV., All Tomorrow’s Parties 3.1 (ATP / Goodfellas, 2005)

Era ora che qualcuno si mettesse in testa di far incontrare ufficialmente Matt Groening con il mondo del rock. Per coloro che sono appena scesi da Marte, hanno deciso di abitare negli ultimi venticinque anni in una caverna o sono stati ibernati nel 1980 per vivere la stessa esperienza di Han Solo in “L’impero colpisce ancora”, ricordo che Matt Groening è il creatore de I Simpson e Futurama: nelle due serie, insieme a South Park i migliori esempi di animazione seriale contemporanea occidentale, hanno trovato glorificazione i più disparati artisti musicali, dai Beatles ai Pink Floyd passando per Ramones, Sonic Youth, R.E.M., Nine Inch Nails, Robert Frampton e chi più ne ha più ne metta.

L’occasione per Groening di lavorare con i musicisti in carne e ossa gli è stata data dall’All Tomorrow’s Parties, annuale appuntamento dal vivo che per l’occasione ha vito susseguirsi sul palco tanto i Bardo Pond quanto Carla Bozulich, per non parlare di Black Heart Procession, Terry Riely, Mike Watt e George Hurley per una memoria dei Minutemen e Lou Barlow a guidare il tributo a Elliott Smith. Insomma, la scelta di brani da far confluire nel cd non deve essere stata semplice, e non lascia neanche pienamente soddisfatti a dire il vero: certo, ci sono i Sonic Youth che ripropongono una versione (r)umoristica del celeberrimo tema musicale scritto da Danny Elfman – sarebbe stato poi così assurdo rifondare gli Oingo Boingo per un’occasione del genere? – per sottolineare le disavventure di Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie, gli Stooges con la loro storica “Fun House”, la Magic Band a lavorare per Don Van Vliet/Captain Beefheart, il pop beffardo e pacificante degli Shins, la sinfonia per nosocomi “Syrup of Tears” di Daniel Johnston, addirittura i Jackie-O Motherfucker in chiusura. Eppure si ha l’idea forte che la cernita operata non rispecchi i potenziali del materiale a disposizione; voglio dire, che fine hanno fatto i Contortions di James Chance? E i già citati Bardo Pond, Black Heart Procession e Terry Riley? E Cat Power?
Forse, con tutta quella carne al fuoco, era lecito aspettarsi qualcosa di più. È come avere davanti a sé un intero barbecue e poter assaggiare solo un cosciotto di pollo. Snervante, direi…

Certo, resta la straordinaria copertina e l’interno del package disegnati dal buon Groening, ma alla fine dei dodici brani viene fin troppo naturale produrre un sonoro d’oh! Chi ha orecchie per intendere, ecc.ecc.

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