Intervista a Isobel Campbell

Dopo l’esperienza solista con il nome di The Gentle Waves l’ex violoncello dei Belle & Sebastian utilizza per la prima volta il suo nome per un disco. “Amorino” è lieve e delicato ma più vicino a Jobim e Astrud Gilberto che a Nick Drake. Un album da cui Isobel è stata ossessionata per tre anni, alla ricerca della perfezione.

Amorino” è il primo album in cui usi il tuo nome. Perché questa decisione adesso? Senti che è come un nuovo inizio per te?

Forse, anche se usare il mio nome per l’album mi è sembrata la cosa giusta da fare. E’ stato istintivo.


“Amorino” è abbastanza diverso dai tuoi dischi precedenti, sono in molti a suonarci e si sono parecchia arrangiamenti orchestrali.

Volevo che “Amorino” fosse un grande esperimento musicale e creativo. Volevo imparare molto in studio – musicalmente e tecnicamente. Dopo aver fatto “Swansong For You” dei The Gentle Waves la mia testa era piena zeppa di idee. Vedo ogni disco che faccio come una continuazione di quanto fatto in precedenza. “The Green Fields Of Foreverland” era un disco bambino, innocente, essenziale e pieno di speranza. “Swansong For You” è stato un lavoro più grande, sviluppato e adulto. Ho iniziato a prendere seriamente la questione dei suoni che volevo avere e di cosa volevo dire. Iniziavo anche ad essere sempre più sicura di ciò che funziona a livello di suoni nelle registrazioni. Ero affascinata dalle storie di The Wrecking Crew – un gruppo di session man che hanno suonato su tutti i classici degli anni ’60. Hai presente “Pet Sounds”, “The Mamas and The Papas”, Nancy Sinatra e la lista continua. In pratica in ogni grande disco dell’epoca suonava The Wrecking Crew. Sapevo che per ottenere certi suoni avrei dovuto chiamare certe persone. Musicisti di ogni genere – classica, jazz, ecc. Un mio amico disse “Stai facendo l’album della tua vita” e non ho mai capito bene cosa volesse dire. A distanza di un anno non riesco a credere quanto devo essere stata determinata, attiva e concentrata. Vivevo in un’area pericolosa della città ma non ho voluto trasferirmi per finanziare l’album. Stavo cercando la perfezione. Credo che la musica sia un attimo e se siamo fortunati può farci provare qualcosa. Ascoltavo e studiavo Antonio Carlos Jobim, Serge Gainsbourg (naturalmente), Simon & Garfunkel e Bach. Per i testi, è vero che ammiro i racconti intricate ma a volte penso sia meglio arrivare al punto. Come quelle canzoni di Hank Williams o Johnny Cash che mi fanno impazzire. Insomma, “Amorino” è un album fatto con molto amore. Per tre anni è stato il mio sogno da realizzare. Anche se non ho passato molto tempo in sala di registrazione per “Amorino” ho lavorato molto sui missaggi e gli arrangiamenti fuori dalla sala. Pensavo al disco in continuazione. Era un’ossessione.

Abbiamo notato influenze di bossa nova, ad esempio in “Song For Baby” e “The Breeze Whispered Your Name”. Abbiamo indovinato? Ti piace la bossa nova?

Sì, è vero. Sono una grandissima fan di Antonio Carlos Jobim e Gilberto. Anche se molte sono state scritte al sole e in riva al mare nelle loro canzoni c’è tristezza e desiderio. Preferisco la bossa nova degli anni ’50 e ’60 rispetto alla produzione moderna.


C’è piaciuta molto “The Cat’s Pyjamas”. Ricorda una vecchia canzone jazz. Di cosa parla?

L’espressione “the cat’s pyjamas” si usa per qualcosa di grandioso. “It’s the cat’s pyjamas” significa “it’s the best”. La canzone per me è molto divertente. Parla di una ragazza che vuol essere notata dal tipo per cui ha perso la testa!


Sarai in tour nei prossimi mesi? Verrai in Italia?

Sarebbe bellissimo venire in Italia. Se qualche promoter italiano si facesse vivo potrebbe anche succedere? L’Italia è uno dei luoghi che preferisco. C’è il mare, le colline, le montagne e arte meravigliosa.


Infine, puoi dirci cosa è accaduto con i Belle & Sebastian? Perché hai lasciato la band?

Restare con i Belle & Sebastian non mi sembrava più la cosa giusta da fare. Gli anni passano, le persone cambiano e così le loro priorità.