Cristina Donà, Fuori Orario, Reggio Emilia, 16 maggio 2003

Avete presente cosa succede quando si aspetta un momento per tanto tempo? Di solito si finisce per godersi quel momento come si conviene, per scoprire poi, mentre torni a casa, che c’è una punta di insoddisfazione che ti rode, da qualche parte.

Quello che hai visto ti sembra meno bello, iniziano a girarti in testa piccoli brandelli di frasi come “Sì, però in quel punto…”, “Carino, ma da lei ho sentito di meglio”… Frasi come queste, insomma, che a mente fredda sono capaci di rovinarti il ricordo di una bella serata, e di un bel concerto.

Mancavo da un paio d’anni all’appuntamento dal vivo con Cristina Donà, e l’ho trovata diversa da come la ricordavo: ugualmente magnetica, ma più spavalda, molto più sicura dei suoi mezzi, convinta di dover portare la sua musica in zone diverse, con suoni più pieni e strutture più complesse.

Certo, non l’ho mai sentita cantare così male come in “The Truman show” (che, tra l’altro, mi sarei aspettato molto più potente, e che invece, alla prova del palco, si è rivelata essere poca cosa), ma allo stesso tempo non ricordo di averle mai sentito cantare qualcosa di più bello della versione di stasera di “Nido” (sempre più fascinosa, la voce che si fa fragile, mentre viene avvolta come un vento impetuoso da vortici di rumori).

Certo, la scaletta, nonostante le quasi due ore e mezzo di concerto, ha penalizzato molto “Tregua”, e i nuovi arrangiamenti delle canzoni tratte da questo album non rendono giustizia alle trame nude e bellissime del disco.

Poi, però, resta sempre una voce che ti sa incantare (il movimento sinuoso della jazzata “Dove sei tu”, la versione per due chitarre di “Invisibile”, la “Mangialuomo” eseguita da sola come primo bis, quella “Ho sempre me” che chiude come da tradizione il concerto, fusa assieme a “Una giornata uggiosa” di Battisti e a “State trooper” di Springsteen), una band perfettamente in sintonia, una capacità di stare sul palco che ha pochi eguali.

Tutto bene, quindi. Però…mi viene il sospetto che le mie siano critiche da fan incallito, e non valutazioni pienamente obiettive. Sarà anche vero, ma, nonostante la bella serata, saranno altre le esibizioni di Cristina Donà che ricorderò con più affetto ed emozione.