RONI SIZE, In the Mode (Talkin’ Loud, 2000)

Un altro inglese sugli scudi. Del resto, la musica elettronica è roba loro. In giro per Kalporz potrete imbattervi in Fatboy Slim, nei Massive Attack, nei Nextmen. Bene, prima di fare di Kalporz la loro patria ideale, tutti questi signori avevano come mecca Bristol. A Bristol rivolgevano le loro preghiere elettroniche, e da Bristol hanno invaso il difficile mercato americano. Roni Size, da oggi cittadino di Kalporz, è stato un figlio prediletto della jungle inglese. “New Forms” è un classico del decennio, è uscito a fine ’97 e ancora detta legge. Possiamo chiedergli un altro capolavoro? E’ difficile bissare il successo pletorico di un album perfetto, ma sono passati tre anni tondi, di tempo ce n’era.
Okay, “In the Mode” cede molti punti a “New Forms”. La cosa interessante comunque è che sono passati tre anni, la musica è cambiata, e anche Roni Size ha cercato altri sbocchi. E’ ancora lui, fa ancora puro drum’n’bass, ma non cerca più di rivoluzionare il genere. L’ha già fatto, ora sperimenta. Come per Fatboy Slim, per Roni Size è il momento buono per il cantato. Così, le tracce vocali questa volta incidono sul sound. Se prima erano uno degli strumenti, un altro modo di produrre effetti sonori, stavolta il rapporto si è equilibrato. Chi canta, canta su una base, più o meno. Non dimentichiamo che un paio d’anni fa il fascino che irradiava dalla jungle era abbagliante. Persino David Bowie tentò un album ibrido, dagli esiti controversi. I maestri dell’elettronica non lo seguirono, si tennero a distanza dal piegare alla voce le loro soundmachine. Ora invece è il momento giusto, e allora Roni Size, che della jungle è il gran sacerdote, l’ha plasmata senza stravolgerla.

La carica di quest’album batte costante per tutta la grossa durata, per tutti i circa 76 minuti. Un’enormità. Solo che qualche anno fa nella jungle la base, l’invenzione sonora, faceva tutto da sé. Ora invece si sposa alla voce, in un’amalgama per lo meno singolare. E ancora non molto definita. I contributi di Method Man (dal Wu-Tang Clan) e Zack De La Rocha (ex RATM) suonano diversi. De La Rocha sovrasta la base, e forse compie meglio le nuove scelte di Roni Size per la sua musica. Fatto sta che Method Man le interpreta meglio, queste nuove scelte. E’ lo sposo perfetto del sound, non lo supera, non ne è nascosto. Con un pezzo paranoide e il consueto talento a navigare sui beat elettronici, “Ghetto Celebrity” è un gioiello di musica contemporanea. Diverso dal resto dell’album, senza per questo stonare. La gemma più brillante però proviene da un’altra superstar dell’hip hop. Rahzel dei Roots, “The Godfather of Noyze”, il re del beatbox, con “In Tune With Sound” tiene dietro alle macchine di Roni Size, in un confronto esaltante. Si può parlare di cantato? Mah…

La jungle ha una faccia diversa, dagli anni d’oro di metà dei ’90. I pezzi solo strumentali come “Mexican” ci rendono uno stile piano, solido. Ha perso la l’invenzione estrema e geniale di “New Forms”, ma ne ha normalizzato le istanze. Nel complesso “In the Mode” appare disordinato, ma su uno standard davvero alto. I contributi di Method Man e Rahzel sono le vette, e Zack De La Rocha è sembre un bel sentire. Ad ascoltarlo tutto di seguito “In the Mode” però si fa fatica. E’ lungo, e ogni tanto un po’ caotico, ma non farei il difficile. Di drum’n’base così non è facile trovarne, e la musica elettronica d’oggi si è sfilacciata dietro a talenti molto diversi. Ma se vi piace Moby e Fatboy Slim, Roni Size e il suo regno non vi dispiaceranno. E se non conoscete la musica elettronica, o se l’unica elettronica che conoscete sono remix, Roni Size sarà proprio un buon inizio.

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