[#tbt] Quel dimenticato capolavoro d’esordio degli Animal Collective

È notizia di questa settimana l’annuncio del nuovo disco degli Animal Collective “Time Skiffs” che uscirà il 4 febbraio 2022 su Domino, e che rappresenterà il seguito di “Painting With” del 2016. L’annuncio è stato accompagnato dalla convidivisione del video del primo singolo dell’album, “Prester John”, un brano creato unendo due canzoni scritte rispettivamente da Avey Tare e da Panda Bear, e che lascia intravedere un’impronta tropical-raggae che risulta nuova nell’universo sonoro plasmato nel corso degli anni dal quartetto originario di Baltimora.

Questa notizia ci dà l’occasione di ritornare su uno dei capolavori più sottovalutati degli Animal Collective, quel “Spirit They’re Gone, Spirit They’ve Vanished” pubblicato in sole 2000 copie dall’etichetta Animal nell’agosto del 2000 come creatura dell’allora duo Avey Tare/Panda Bear. Il disco, registrato interamente tra camera da letto e salotto della casa di Avey Tare, fu accolto bene da critica e pubblico ma, nel corso degli anni, è stato soppiantato da album come “Merriweather Post Pavilion” e “Here Comes the Indians“, considerati i capolavori assoluti degli Animal. Eppure il disco d’esordio presenta una serie di elementi particolarmente dirompenti per quegli anni e, se si riascolta con il senno di poi, si capisce quanto abbia influenzato il dream-pop e la psichedelia che hanno dominato la seconda metà degli anni zero. Basti ascoltare l’iniziale “Spirit They’ve Vanished” per realizzare che sicuramente non avremmo avuto Bradford Cox senza questo disco.

Innanzitutto, contestualizziamo: il 2000 è l’anno di Kid A, di Agaetis Byrjun, di The Moon & Antarctica, solo per citarne alcuni. Radiohead a parte (loro sono sempre di un altro pianeta), il 2000 è un anno di transizione che porterà, nel corso di quel decennio, al ritorno della new-wave anni ’80 e dell’ambient. Solo sul finire del decennio si riaffermeranno quella psichedelia e quel dream-pop (pensiamo ai Beach House e ai Tame Impala) di cui il disco d’esordio degli Animal è precursore.

Sì, perché le 10 tracce che compongono “Spirit” sono dei pastiche elettro-acustici stralunati e ottenebranti di psycho folk pop in cui Panda Bear ma soprattutto Avey Tare si divertono a fare i pronipoti dei Beatles e di Syd Barrett. Anche la scelta stilistica dell’uso smodato di distorsioni, di feedback e di vocalizzazioni cristallizate all’interno di un’atmosfera dark sognante rappresenta una novità rispetto al panorama del decennio precedente, in cui questo modo di suonare aveva sì imperversato, ma nell’ambito della shoegaze e del post-rock.

“Spirit They’re Gone, Spirit They’ve Vanished” è un’opera dicotomica, nella quale la commistione fra suoni acustici ed elettronici permette di trasmettere leggerezza e al contempo inquietudine, meditazione e spasmo. Come ogni altro disco degli Animal, anche “Spirit” è un’opera visiva prima ancora che acustica, come dimostra bene l’immaginifica “Chocolate Girl”, una canzone che racchiude in sé mondi paralleli, in cui diverse sonorità, atmosfere e sensazioni si cristalizzano all’interno di un unico brano, fino a illuminare le tenebre dell’infinito con un oceano di stelle che, come diceva il Diamante Pazzo, possono anche spaventare.

(Emmanuel Di Tommaso)

Immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook ufficiale del gruppo per fini promozionali.