PAOLO CONTE, Tournée (CGD, 1993)

Hamburg, Brussels, Wien, Den Haag, Valencia, Montecarlo, Enschede, Paris…Queste sono le tappe documentate in questo terzo live di Conte, registrazioni effettuate nel triennio ’91-93. “Parole d’amore scritte a macchina” e “900” sono stati due successi enormi e l’Europa è ai piedi dell’ormai ex curatore fallimentare. Teniamo sempre presente che stiamo parlando di una notorietà molto discreta, fatta di passaparola e perfino di sottili gelosie del tipo “…lo amo e non lo voglio dividere con nessuno, quindi non lo faccio conoscere…”. Le classifiche sono un mondo distante dall’Avvocato, il quale potrebbe giusto trastullarsi con i tutti esauriti da lui stesso provocati: forse sommando la capienza di ogni singolo teatro e hall si potrebbe entrare nella nostra demenziale Top Ten! Ma lasciamo queste soddisfazioni all’Amaro Ramazzotti o a un Dalla che non si vergogna più di niente.

Come al solito, anche questo “Tournée” ci sazia di grande musica e ci presenta una straordinaria band di musicisti, i quali saranno compagni fedeli di Conte lungo l’intero decennio: Danny Piri, grandioso chitarrista, Max Pitzianti al bandoneon e ad altri mille strumenti, la sezione fiati rinnovata, fresca, agile, potente, la sezione ritmica, con Touché e Di Gregorio ed infine una grande importanza data ai cori femminile ed alla voce di Ginger Brew, esemplare interprete di uno dei tre inediti presenti nell’album. “Bye, music” è la canzone di cui parliamo e la troviamo proprio in chiusura, con il suo stile metà New Orleans e metà soundtrack di qualche filmone hollywoodiano. Gli altri due inediti sono “Ouverture alla russa”, messa ovviamente in apertura, uno strumentale con rimandi classici a Ciajkovski e la splendida “Reveries”, un lentone indolente cantato in francese, decisamente la seconda lingua e forse seconda patria del Nostro. Il resto è roba nota, recente e non, vecchi classici rivitalizzati da questo Gattone dalle Sette Vite e canzoni dagli ultimi due albums, che suonano già come classici immortali (“Colleghi trascurati” su tutte). Da quel capolavoro che è “Madeleine”: ” …la strada inghiotte subito gli amanti…e se vuoi li puoi vedere laggiù, danzanti, che più che gente sembrano foulards… “.

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