“First Two Pages of Frankenstein” è il nono album in studio dei The National

Il nono LP in studio dei The National, dal suggestivo titolo First Two Pages of Frankenstein, esce oggi per la 4AD, e segue a quattro anni di distanza il più che discreto I Am Easy to Find, a oggi l’album più lungo e forse più ambizioso e complesso del gruppo. Il nuovo First Two Pages, quarantasette minuti di musica per unidici brani, anticipato da quattro singoli, è stato prodotto dalla band stessa presso il Long Pond Studio di Aaron Dessner nell’Upstate New York presso l’Hudson Valley. Le registrazioni si sono tenute negli ultimi anni, in un periodo durante il quale, ha raccontato Matt Berninger a Clash, per un certo periodo “I couldn’t come up with lyrics or melodies at all” e per la prima volta “it ever felt like maybe things really had come to an end”. La pandemia e la conseguente e prolungata assenza dai palcoscenici avevano allontanato i membri del gruppo, che nonostante tutto non sono rimasti con le mani in mano: Berninger ha dato alle stampe un disco solista, Bryce Dessner ha lavorato a colonne sonore, Aaron Dessner ha prodotto due album per Taylor Swift e ha collaborato con Justin Vernon per il secondo disco, uscito nel 2021 e intitolato How Long Do You Think It’s Gonna Last?, del loro progetto Big Red Machine.

La lavorazione di questa nona fatica in studio dei National è stata quindi complessa ma ha infine portato nuova linfa alla band. Aaron Dessner ha dichiarato che un momento di svolta è arrivato quando Berninger ha presentato al gruppo “Tropic Morning News”, che è stato poi scelto come primo singolo del disco, “Dylan-esque in its lyrics and it’s so much fun to play; everything suddenly felt like it was coming alive again”, per citare nuovamente Aaron Dessner. Il disco tiene in sé tutte queste sfumature, le complessità e le paure di quei mesi, la “rinascita” e il divertimento nel ritrovare energia e ispirazione. L’album è inoltre impreziosito da alcuni featuring di spessore: compaiono, infatti, contributi vocali di Sufjan Stevens, Phoebe Bridgers e Taylor Swift.