La magia di Cass McCombs all’Arci Bellezza di Milano

Cass McCombs, Arci Bellezza, Milano, 4 ottobre 2022

Nella redazione di Kalporz le avventure di Cass McCombs non sono mai passate inosservate. Per questo motivo era d’obbligo presenziare all’esibizione live all’Arci Bellezza di Milano, anche solo per mettere una bandierina, dire “io c’ero”, e rendere omaggio ad un autore che continua a mantenere alta la qualità delle sue produzioni, nonostante i quasi vent’anni di attività. Il suo percorso musicale è riuscito ad evolversi senza perdere mai i tratti caratteristici che gli hanno permesso – solo con gli ultimi album a dire il vero – di conquistare un pubblico più ampio. Pubblico che ha mostrato il suo affetto verso l’artista californiano, riempiendo lo storico circolo milanese.

Doveroso menzionare l’apertura di Adriano Viterbini, ex Bud Spencer Blues Explosion, che ha deliziato i presenti con le sue sinfonie elettriche per sei corde. In alcuni momenti la temperatura interna al locale ha raggiunto picchi inaspettati per ottobre, tanto che lo stesso Cass ad un certo punto ha dovuto prendersi una pausa, ben prima del consueto stop prima dei bis. Nonostante questo, e un sound mix non impeccabile, la resa dello show è stata eccellente, con diversi momenti da ricordare, soprattutto nella seconda parte. Il repertorio del cantautore è vastissimo, pertanto l’artista sceglie di alternare i pezzi dell’ultimo Heartmind (qui la nostra recensione) ad una selezione che più variegata non si può, compreso brani di oltre un decennio fa come la torbida “Buried Alive” e l’immancabile “Dreams-Come-True-Girl”, quest’ultima arricchita da un’inaspettata coda psichedelica.

L’intesa con i due talentuosi musicisti che lo accompagnano è perfetta, l’impasto sonoro che emerge è denso e stratificato, nonostante la band sul palco sia composta da soli tre elementi. Ma Cass McCombs e il suo gruppo sono la dimostrazione vivente di come il trio chitarra-basso-batteria, quando sfruttato al meglio delle sue potenzialità, abbia ancora tutto ciò che serve per “riempire le orecchie”. Tra i brani che lasciano maggiormente il segno, vanno citate la splendida “Sleeping Volcanoes”, dal penultimo disco Tip of the Sphere, “Bum Bum Bum”, forse la canzone più conosciuta del nostro, a giudicare dal numero di ascolti su Spotify, e il pezzo manifesto “Robin Egg Blue”, perfetto per rappresentare uno stile “di spessore ma allo stesso tempo leggero”, come lo ha definito Paolo Bardelli nella già citata recensione di Heartmind.

Nell’encore c’è ancora spazio per l’agitato country-blues di “Bury Mary”, canzone che risale addirittura al 2005, che lascia i presenti sudati e con il sorriso sulle labbra. Si lascia l’Arci Bellezza scambiando sguardi d’intesa con chi era presente, come per dire “vedi, ne è valsa la pena”. E sta proprio qui il succo: la musica di Cass McCombs non lo porterà mai in cima al mondo, ma noi continueremo comunque ad ascoltarla.

(Stefano Solaro)