CASS McCOMBS, “Tip Of The Sphere” (Anti, 2019)

Se dovessi dare un appellativo al Cass McCombs di oggi, userei il termine sciamano. Perché lo sciamano diventa tale dopo un percorso di conoscenza, e in tal modo si guadagna il rispetto (anzi, l’essere considerato necessario) dalla comunità. Così anche McCombs è stato un novizio nello scorso decennio, inanellando una serie di album che sono sfuggiti ai più (ma non al Giordani che recensì “Catacombs”, 2009, e al Solaro che si dedicò a “Wit’s End” e “Humor Risk”, entrambi del 2011), mentre per fortuna tutto è diventato più chiaro con “Mangy Love” (2016), l’ultimo album in cui Cass ha iniziato a tratteggiare in maniera compiuta il suo universo musicale e che – finalmente! – si è attirato l’attenzione di molti.

“Tip Of The Sphere” può essere considerato il riuscito successore di “Mangy Love”, una continuazione sia semantica che contenutistica che accentua certa libertà (le code lunghissime, psichedeliche, da live, di “I Followed The River South To What” e la conclusiva, bellissima, “Rounder”) che viene usata non solo in primo piano, ma anche sullo sfondo (ascoltarsi in cuffia l’assolo di sax nelle retrovie di “Absentee”). Un approccio dunque jazz che mescola il classico trad-rock con un gusto alle volte latino (“Real Life”) ma che al di là di tutto riesce a porre in primo piano l’estrema ispirazione di McCombs, ancora in pieno stato di grazia da un punto di vista compositivo.

Così, alla fine di questo decennio, Cass McCombs pubblica l’album che Kurt Vile non riesce più a fare,  una generosa testimonianza di quello che può essere un rock curativo, talmente libero da essere salvifico sia per chi lo suona che per chi lo ascolta. La band di Cass – Dan Horne (basso), Otto Hauser (batteria) e Frank LoCrasto (pianoforte, organo e altro) – è affiatatissima (e lo vedemmo nel concerto milanese “per pochi intimi” del febbraio 2017) e questa è un’altra chiave di lettura della riuscita dell’album, o meglio di un progetto stesso, perchè in “Tip Of The Sphere” tutto si tiene, sia la straordinaria capacità di autore di McCombs sia lo spessore e la coesione del suo gruppo.

Non era facile, ma Cass McCombs si è superato e ci ha regalato un album genuino come pochi. Lo evocheremo, come un vero sciamano, in tempi di abbondanza e carestia.

83/100

(Paolo Bardelli)

Foto in home Silvia Gravok