[#tbt] “Un dio al neon”, la critica ante litteram al consumismo de Le Mani Pesanti

Raro e misterioso, il 45 giri de Le Mani Pesanti “Un Dio Al Neon / A Proposito Dell’Amore” (1968) si può considerare un piccolo caso, di quelli che appassionano i collezionisti del beat italiano anni sessanta (ma non solo). Poco si sa dei componenti della band autrice del disco e ancor meno si può dire degli strumenti utilizzati nelle due canzoni: per esempio nel lato B “A Proposito Dell’Amore” sembra quasi di sentire qualcosa simil sitar ma potrebbe benissimo essere una chitarra camuffata. L’artwork del disco e il testo del lato A “Un Dio Al Neon”, però, parlano chiaro: un incrocio tra pop art e psichedelia il primo, una critica al consumismo in pieno boom economico il secondo («Nasci, studi e vai a lavorare/Per comprare quello che non hai/E così ti scordi che sei vivo»).
Da notare, poi, un altro dettaglio interessante presente sulla copertina: il logo del Gruppo 99, un collettivo/scuderia musicale/etichetta con distribuzione Ricordi (“prodotto da Dischi Ricordi S.p.A.”) del discografico Nanni Ricordi. Del Gruppo 99 e de Le Mani Pesanti ne parla Claudio Ricordi, cugino di Nanni, nel suo libro e di Michele Coralli L’inventore dei cantautori. Nanni Ricordi: una storia orale”, edito da Il Saggiatore nel 2019: « […] mi inserisco nel Gruppo 99, un altro nucleo di artisti che tenta la carta di un beat «impegnato» o forse semplicemente fuori dagli schemi. Dapprima sono un semplice chitarrista, poi mi presento con Le Mani Pesanti, il gruppo che ho formato per suonare le canzoni che compongo con Renato Queirolo e che arrangio con passione e divertimento assieme ai tre soci del complesso pop. Piacciono molto a Nanni, che non manca di sollecitarmi nella scrittura. E così tra diverse cover e una manciata di pezzi nostri apriamo con un buon successo i primi Festival dell’Unità, facendo anche in tempo nel 1968 a pubblicare un 45 giri registrato nella sala della Ricordi, ovvero nel cinema-teatro parrocchiale in via dei Cinquecento a Milano, dove ha appena finito di registrare il loro ultimo lp l’Equipe 84!». Quindi de Le Mani Pesanti facevano parte Claudio Ricordi, Renato Queirolo e altri soci non ben specificati. Oltre a “Un Dio Al Neon / A Proposito Dell’Amore” esiste, poi, un’altra testimonianza discografica in cui compare il nome Le Mani Pesanti: Vacci Piano Uomo Bianco”, estratto dalla commedia teatrale di Dario Fo La Signora è da buttare”, di cui il gruppo esegue le musiche insieme a Oscar Prudente. In più Renato Queirolo sempre nel libro L’inventore dei cantautori. Nanni Ricordi: una storia orale parla addirittura di un altro brano del gruppo – senza specificarne il titolo (forse una versione primogenita A Proposito Dell’Amore”?) – censurato dalla RAI, « […] nel ’67 la censura Rai è a un tale livello di paranoia, che persino l’unica canzone puramente sentimentale incisa da Le Mani Pesanti, la band di Claudio Ricordi (sua la musica, mio il testo) viene vietata perché contiene la frase: «Quel tuo lungo corpo un po’ magro». La commissione giudica che la parola corpo implichi carnalità e che la sua descrizione un po’ magro suggerisca un’intimità sconveniente!».

Le Mani Pesanti in definitiva, nella loro (forse) ingenuità, sono anticipatori (seppur di poco) di alcune delle idee portate avanti negli anni a seguire dai movimenti di contestazione giovanile in Italia («Non ringraziare/ Se le catene/Sono dorate/È solo perché/Tu produca di più» da “Un Dio Al Neon”) e hanno un stile psichedelico, tra Stereoequipe” (1968) dell’Equipe 84 e Danze Della Sera (Suite In Modo Psichedelico) / Le Pietre Numerate– altro raro 45 giri – dei Chetro & Co (pubblicato sempre nel 1968). 

(Monica Mazzoli)