YARD ACT, “The Overload” (Island, 2022)

Si è fatto desiderare lungamente ma eccolo, “The Overload” degli Yard Act, una delle release più attese del 2022. Il quartetto di Leeds, reduce dal primo tour da headliner in Regno Unito e dal “Later…with Jools Holland”, lo ha registrato con Ali Chant (PJ Harvey, Perfume Genius) nel suo studio a Bristol portando a maturazione la commistione tra l’attitudine post-punk oggi di moda e le velleità danzerecce di band quali Franz Ferdinand e LCD Soundsystem, con punto di forza nelle liriche intelligenti e sarcastiche. “The Overload” è un album che funziona dall’inizio alla fine, tanto radiofonico quanto variegato nelle sue invenzioni melodiche.

Fondati nel 2019 da James Smith (voce) e Ryan Needham (basso), a cui si sono aggiunti Sam Shjipstone alla chitarra e il batterista Jay Russell, gli Yard Act hanno disseminato la loro corsa di EP accolti dall’entusiasmo di critica e pubblico; “Fixer Upper” è già un piccolo classico dopo l’esibizione a Reading dove Smith ha saputo trasmettere lo stile e la lezione di Eddie Argos e Jarvis Cocker ad una nuova generazione di ascoltatori. Si confermano quindi con “The Overload” (la title track), che entra nella colonna sonora del nuovo FIFA: sfruttando il tiro delle produzioni DFA e piazzando un ritornello catchy – “The overload of discontent/The constant burden of making sense/It won’t relent, it won’t repent/How to remain in dissonance” – che ci porteremo dietro per anni, garantito. La segue nell’album “Dead Horse” che ha un incedere più lento contraddistinto dal tocco funky di Shjipstone, chitarrista di scuola Gang Of Four anche se in “The Incident” apre a momenti distorti e visionari.

Tra schegge impazzite di rock’n’roll (“Witness”) e quadretti pop di semplice normalità (“100% Endurance”) gli Yard Act non inventano nulla per la musica inglese ma convogliano storie oneste, che si racconti l’anti-capitalista da lavoro d’ufficio o l’ipocrita arrivista che teme di perdere tutto. “Quarantine The Sticks” ospita Billy Nomates e potrebbe uscire dagli ultimi lavori degli Sleaford Mods, mentre “Pour Another” accoppia brillantemente i Devo con i Blur di “Modern Life Is Rubbish”. Smith rivela il senso della mission della band parlando di “Payday”: “‘It’s about gentrification, class fetish and how the human brain is so powerful that with enough time and processing power combined it will be able to justify, defend and/or continue to commit the actions of any human being it controls”. Arguzia ma anche impegno per una società più giusta, nell’esordio degli Yard Act.

76/100

Foto in Home per cortesia di Spin-Go!