ALTIN GÜN, “Gece” (Glitterbeat Records, 2019)

C’era solo un dubbio sull’ultimo “Gece” che era sorto nel momento in cui avevamo ascoltato il singolo “Süpürgesi Yoncadan”, ed era che gli Altın Gün si fossero già stancati della reprise delle sonorità del rock dell’Anatolia degli anni ’70 che avevano reso grande il primo “On”, e avessero contaminato il tutto con i synth e i suoni del decennio dopo. Invece per fortuna no: il combo turco-olandese relega questa svisata solo al primo singolo (tra l’altro confinata alla fine del disco), e continua sulla falsariga del loro tipico sound per il resto dell’album. Bene così, segno che non era ancora terminata la loro vena ispirata che li aveva portati ad essere l’anno scorso una ventata di aria fresca. Con una maggiore consapevolezza dovuta al passaggio ad un’etichetta prestigiosa come è la Glitterbeat.

L’impatto dunque è assicurato ed è il medesimo: gli Altın Gün sembrano completamente turchi, ma solo uno dei sei membri della band olandese è nato lì, e “Gece” – contrariamente alla tradizione della musica turca – è elettrico, pieno di groove e fatto di una pasta funk-psichedelica, anche se in definitiva è musica folk. Gli Altın Gün hanno aumentato, se del caso, le parti strumentali e da trip, con presenza anche di riff che rasentano l’hard-rock (“Leyla”).

Del resto la loro capacità strumentale è innegabile, e basta vedersi la reprise live appunto di “Leyla”, per cui gli Altın Gün, come se fossero dei Calibro35 olandesi, sembrano poter davvero approcciare quasi ogni genere.

Il che non ce lo auguriamo, o meglio ci interesserà solo quando la presente formula sarà venuta a stancare. Per ora è viva, anzi vivissima, e non c’era proprio bisogno di cambiare.

79/100

(Paolo Bardelli)