Un ricordo dei Fall e Mark E. Smith in tre canzoni

Il nome The Fall ha un solo significato : Mark E. Smith. Mente e anima, nonché unico membro fisso dei (fu – ormai) Fall.
Dalla fine degli anni settanta ad oggi l’artista inglese è stato l’autore e interprete di una visione musicale personale : molto punk e poco punk allo stesso tempo.
I Fall, nati negli anni del punk britannico, traggono da quest’ultimo la spinta vitale per provare a fare quella cosa lì, “se i Sex Pistols fanno musica, tutti possono farlo”, il pensiero di tanti ragazzi dell’epoca è semplice e chiaro : racconta Martin Bramah (chitarrista dei Fall nel 78-79, poi nei Blue Orchids),” […] quando i Sex Pistols hanno suonato alla Lesser Free Trade Hall, pensammo ‘Noi siamo buoni quanto questa roba qui’. Così abbiamo immediatamente abbiamo messo un annuncio per un batterista e abbiamo fatto un set insieme” (da “Totally Wired” : Postpunk Interviews and Overviews”, Simon Reynolds). Ed è infatti nel 1978 che esce il primo EP a nome Fall, “Bingo-Master’s Break-Out!”.
I Fall – o meglio Mark E. Smith – musicalmente parlando, però, vogliono esserne l’opposto : portano il garage, il rock’n’roll in territori sonori destrutturanti.
Tre canzoni – prese come esempio – ce lo ricordano :
Rowche Rumble (1979)

Il singolo “Rowche Rumble” (1979), che sembra quasi partire dal riff di “Shake Appeal” degli Stooges, è un magma caotico, ipnotico con un testo sarcastico e sprezzante. La “Rowche” (o meglio Roche) – richiamata nel titolo – è la casa farmaceutica svizzera, produttrice, tra le altre cose, del Valium : Smith sbeffeggia la distinzione tra droghe illegali e legali (come possono esserlo i farmaci), “Loads of people across the land/Do a prescribed death dance/While condemning speed and grass/They got an addiction like a hole in the ass” (tradotto : Un sacco di gente in giro per il paese/ balla una danza della morte a suon di prescrizioni (mediche)/ mentre condanna lo speed e l’erba/ hanno una dipendenza come un buco sul culo”.
New Face in Hell (1980)

“New Face in Hell”, tra i brani caratteristici del terzo album della band (“Grotesque (After the Gramme)”, 1980), come l’appena sopracitata “Rowche Rumble” parte dal proto punk rubando (quasi) un riff da “What Goes On” dei Velvet Underground, per poi raccontare una storia assurda di un radioamatore – “wireless enthusiast” – finito in una spirale governativa da film spionistico e cospirazionista .
I am Damo Suzuki (1985)

“I am Damo Suzuki”(1985), contenuta in “This Nation’s Saving Grace”, rappresenta, invece, l’anima kraut del gruppo: la canzone è un tributo – fin dal titolo – a Damo Suzuki, cantante dei Can dal 1970 al 1973.
L’impianto sonoro del brano parte, molto probabilmente, da “Oh Yeah” (pezzo di “Tago Mago”, 1971) e il testo contiene numerosi riferimenti a Suzuki e ai Can : Colonia, città dove il gruppo tedesco si è formato -“stands in Cologne Marktplatz”; “Vitamin C” , singolo dei Can – “Is it a dose of Vitamin C?”; l’album Soundtracks; il batterista dei Can Jaki Liebezeit – “give it to me Jaki every day”; il movimento religioso dei Testimoni di Geova – per un periodo Suzuki è stato un testimone di Geova.

(Monica Mazzoli)