AUSTRA, “Future Politics” (Domino, 2017)

“Future Politics è la realizzazione del fatto che noi stessi abbiamo il potere di immaginarci, di inventarci e di crearci una vita che sia diversa. Abbiamo il potere di rivoltarci contro tutto ciò che conosciamo come vero e di immettervi un nuovo significato, nuove verità, sia sulla nostra esistenza individuale che sull’esistenza dell’umanità intera. Non dobbiamo accettare tutto ciò che ci è stato detto come stile di vita appropriato. Non dobbiamo per forza avere una famiglia, dei figli, dei lavori senza senso (…) Non dobbiamo credere nell’individualismo, nel socialismo, nel conservatorismo, nel neoliberalismo.. possiamo credere in un qualcosa che ancora non esiste. Future politics è un futuro, e come per ogni futuro le possibilità sono infinite”.
Con questa sorta di utopistico manifesto post-capitalista, pubblicato sul loro profilo twitter a due giorni dall’uscita del terzo album “Future Politics”, gli Austra riaffiorano sulla scena musicale dopo quattro anni di assenza.
L’ultimo lavoro era stato quello di “Olympia” nel 2013, proposta sicuramente interessante ma che non ci aveva del tutto soddisfatti, lasciandoci la sensazione che ci fosse ancora qualcos’altro da dire.
Oggi, Katie Stelmanis e il suo gruppo ci riprovano e di cose da dire ne hanno moltissime.

Come tanti altri artisti (vedi Gorillaz e Arcade Fire) anche gli Austra hanno scelto i giorni dell’insediamento di Donald Trump per lanciare un inequivocabile messaggio (anti)politico, in aperto contrasto con il paradigma socioeconomico capitalista dominante.
“Future Politics” dipinge uno scenario futuristico distopico e lo fa attraverso un mix originale, pungente ed efficace di testi chimerici e sognanti in cui una nuova dimensione di umanità che spezzi le catene del sistema sembra possibile (“I can picture a place where everybody sees it too / It might be fiction but I see it ahead” canta la Stelmanis in Utopia).
Ad un suono che sposta il baricentro del suo elettro-pop verso una dimensione più rarefatta, sperimentale ed esistenziale, il contrasto fra la calda teatralità della voce della Stelmanis (il cui apice si raggiunge in “We were alive”) e la freddezza algida dei beat ipnotici della drum machine acuiscono il senso di straniamento e alienazione che ci pervade, risvegliando in chi ascolta un’inquietudine tipica dello zeitgeist.
Il tutto avviene transitando da sonorità quasi danzerecce, che rievocano quel suono elettro-pop-pre-nurave che fece le (alterne) fortune di gruppi quali Ladytron, Fischerspooner e Goldfrapp, per arrivare a atmosfere quasi artiche che riportano la mente ad una certa Bjork.

Oltre al singolo perfetto per il clubbing quale è “Utopia” con cui avevano anticipato l’uscita dell’album, ben riuscita è anche la title track “Future Politics”, pezzo pop esplicitamente politico, dove sulle onde di vorticosi synth la Stelmanis respinge qualsiasi idea di individualismo in favore di un radicale social re-thinking.
“We were alive”, track di apertura dalle atmosfere oniriche, è tutta un’ascesa, con bassi pulsanti e soft synth che esplodono e si scatenano nella voce di Katie.
Al centro dell’album, “I’m a monster” e “Angel in your eye” esplorano gli intrecci tra le più profonde e oscure emozioni dell’insicurezza e dell’intorpidimento personale e quelle dell’angoscia collettiva.

Il prodotto finale dell’album ricorda terribilmente gli scenari distopici di Black Mirror, serie TV antologica di culto targata Netflix, in cui l’incubo non è il futuro remoto, tanto temuto ma in fin dei conti ancora distante quanto un presente molto più reale, realistico e tangibile, in cui la degenerazione del rapporto fra uomo, società e tecnologia si manifesta in tutta la sua drammaticità.
In tutto questo però “Future Politics” lascia lo spazio ad un barlume di speranza, in cui una presa di coscienza collettiva possa davvero contribuire a cambiare le cose.
Insomma, questa proposta della band canadese fatta di melodie sinuose che naranno dell’esaurimento e del malessere moderno ci piace.
Per chi volesse assaporarli live segnaliamo che gli Austra saranno al BIKO, Milano, il prossimo 15 marzo.

69/100

(Virginia Tirelli)