Dirty Beaches + Fake Samoa, Locomotiv Club, Bologna, 13 dicembre 2013

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Penso che musica come quella di Alex Zhang Hungtai, in arte Dirty Beaches, non possa lasciare indifferenti. O si ama o si odia. Oppure si resta con un senso di irrisolto per un set di una cinquantina di minuti scarsi e con pochi titoli proposti, molto dilatato nei pezzi strumentali e avaro di cambi di marcia (che quando ci sono stati hanno illuminato i pochi presenti).

Lunghe elucubrazioni di sax come stato mentale, una chitarra carica di effetti e distorsioni e l’artista americano-taiwanese, per gran parte del live girato con le spalle al pubblico o al massimo a concedere il profilo. Influenze che curiosamente iniziano tutte in S (Suicide, Stooges, Scott Walker e Swans) accompagnano un repertorio che gode comunque della sua originalità, nella fusione di no wave e psycho-billy con le avanguardie dell’elettronica.

Si succedono alcuni brani del nuovo lavoro, “Drifters/Love is The Devil”, tutti splendidamente eseguiti da Hungtai sul palco con il fedele polistrumentista Shub Roy. La sensuale “Night Walk” è preceduta da un intro di otto minuti tra feedback e litanie di violino “industrial”; un voodoo oscuro permea l’esecuzione di “Au Revoir Mon Visage” in cui Dirty Beaches esce da uno stato quasi catatonico per lasciarsi coinvolgere nel ritmo tellurico da lui stesso generato e urlare nel microfono. “I Dream in Neon” si fa notare per l’arrangiamento molto curato e la sua matrice blues. Infine arriva “Elli”, la hit della serata buona per far ballare i memori del sound dei primi Depeche Mode. Il tutto a ripagare l’assenza di perle quali “Casino Lisboa” e “Mirage Hall”, apici dell’album in questione.

Ad introdurre la serata il duo Fake Samoa, composto da Giuseppe De Mattia e Nico Pasquini e protagonista dell’edizione 2013 del RoBOt. Un incontro/scontro di immagine e suono, techno e ipnosi a braccetto per una musica ricercata ma ambientale, che cresce fino ad esplodere dalla bocca di un vulcano. Promettenti e già convocati per fine gennaio in apertura allo show di Laurel Halo, sempre al Locomotiv. Jon Hopkins ed il resto della colonna sonora dell’ultimo RoBOt ci accompagnano all’uscita del locale, felici di aver assistito al concerto di un artista importante e proiettato al futuro, ma un po’ parsimoniosi nelle lodi in sede di giudizio finale.

Dirty Beaches – Elli live@Locomotiv, 13/12/13 by Lovvo D’Indie on Mixcloud

(Matteo Maioli)

8 gennaio 2014