Goat vs. Al Doum & the Faryds

Attinenze. Luoghi immaginifici che generano musica che ha poca affinità con il suolo nella quale è stata generata. Non è d’altronde quello che ha sempre cercato la psichedelia? Viaggiare restando fermi. Visitare posti con la mente. Korpolombolo (estremo nord svedese) come Milano (estremo nord industriale). Freddo che s’insinua nelle ossa e gente che fatica a trovare un contatto umano. Allora ecco che la musica, come un battimano tribale, espande il suo messaggio universale verso il luogo che più la aggrada.

“Word Music” per i Goat è un funkadelico e impazzito girotondo che reclama di uscire allo scoperto e di lasciare liberi mente e corpo. “Positive Force” di Al Doum & the Faryds (secondo lavoro dei milanesi) è un richiamo ancestrale, free jazz del cosmo che solleva terra rossa e anziché annebbiare, allarga prospettive. Due lavori distanti eppure vicinissimi, due viaggi a costo zero che dimostrano quanto la voglia di evasione sia inversamente proporzionale alla staticità della popolazione europea.

La crisi non cancellerà il profumo della neve, l’egoismo non sgretolerà le tradizioni e la musica avrà sempre spazio per “colonizzare” menti aperte.

– Goat, “World Music” (Rocket Records, 2012)
– Al Doum & the Faryds, “Positive Force” (Julia Dream Recordings/ Black Sweat Records, 2012)

(Nicola Guerra)

27 dicembre 2012

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