Questo breve scritto non è per vomitare una marea di parole su un concerto come si fa con i report live, ma per condividere un piccolo momento. Quello che ieri sera, a Bologna, al concerto di Mark Lanegan, ha aperto mondi che – per uno spazio temporale infinitesimale – si sono sincronizzati. Un po’ come discorrevano in quel film, “Donnie Darko”.
In quell’attimo è confluita la suadenza della voce di Jeff Buckley, la disillusione di Kurt Cobain, le antinomie dei primi Anni Duemila e dell’11 settembre, la classe di Tom Waits, la bellezza di un tramonto in un giorno obliquo e l’attesa di un’alba senza risposte.
Ed è stato quando Mark Lanegan ha intonato “Resurrection Song”.
Risorgeremo?
(Paolo Bardelli)
25 marzo 2012