SLEIGH BELLS, “Reign Of Terror” (Mom+Pop, 2012)

A dispetto della copertina schifosamente hipster con un paio di keds sdrucite e macchia di sangue ad hoc, la proposta musicale degli Sleigh Bells continua a meritare attenzioni.

Sembrano diventati due ragazzi per bene, a tratti. Così come sembrano in parte placate le tempeste heavy dell’esordio “Treats” figlie del passato hardcore del compositore di tutti i brani, Derek Miller, già chitarrista dei temibili Poison The Well. I frastuoni ai limiti del fastidio fisico che hanno reso celebre il duo in piccoli classici quali “Crown On The Ground”, “Tell’em”, “Kids” o “Rill Rill” che hanno unito il mondo dei videogiochi, di Mtv e degli indie dancefloor. Inspiegabilmente. Una voce da M.I.A. ninfomane e un look da femminista in latex non bastano a spiegare il successo di una formula del genere.

I ficcanti motivetti di Alexis Krauss continuano a piantarsi nel cervello con una naturalezza disarmante. Non solo tatuaggi, frangetta per entrambi e wayfarer falsi, ma uno stile che è diventato un marchio di fabbrica. Pulsioni industriali, fuzz come se piovessero e le deliziose filastrocche sincopate della Krauss. “Comeback Kid” e “Born To Lose”, i brani che hanno anticipato l’LP, sono già due tormentoni. Il repulisti nelle frequenze medio-alte non priva gli Sleigh Bells di intensità. Da “True Shred Guitar” che rievoca i fantasmi dei Ministry e per tutti i trentasei e poco più minuti di “Reign Of Terror”. In “Crush” l’anima riot grrrl si scontra con i fraseggi glam della pacchiana chitarra di Miller. Gli effetti di una scrittura e composizione a quattro mani però si avvertono nelle fasi più tranquille. “End Of The Line” e “You Lost Me” quasi introspettive. L’effetto è una versione degli Xiu Xiu per gente meno triste.

Un insperato punto di raccordo tra una gioventù bruciata cresciuta a AC/DC e le astute trovate pseudo-etniche e black di Santogold sparata a tutto volume in fragori da nostalgici noise-pop.

Meno monolitico e con meno spigoli di “Treats”, la violenza di base in fondo permane e il regno del terrore del duo di Brooklyn riesce ancora inspiegabilmente a stregare.

73/100

(Piero Merola)

29 Febbraio 2012

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *