CASANOVAS, “Hot Star” (Ice For Everyone, 2011)

Parli di Casanova e subito abbini il suo nome alla seduzione e al suo incredibile senso di avventura. Ascolti i Casanovas, e ti accorgi che queste due componenti vengono egregiamente musicate. Sirjoe Stomp alla batteria e Diletta “Lady” Casanova al basso e alla voce si divertono a mischiare le carte in tavolo, creando un suono che, pur appartenendo al Duemila, ammicca pericolosamente al decennio precedente. Sarebbe riduttivo ricondurli a dei Kills italiani, in realtà all’interno di “Hot star” si odono echi delle Tigre e qualcosa di più danzereccio modello Gossip, minimalismo caro alle Elastica, oltre a qualche richiamo ai Death From Above 1979 (ascoltatevi il giro di basso dell’ottima “With you”).

La Stella Calda contiene una mezz’oretta di pop danzereccio, irrimediabilmente sexy, grazie anche alla voce ammaliante e semplice di Diletta. Il suono è ridotto all’osso eppure, grazie alla buona produzione affidata a Francesco Appino degli Zen Circus e alla diverse collaborazioni presenti (Enrico Gabrielli dei Calibro 35, Simone Lalli degli Autobam e Antonio Bacciocchi dei Not Moving), risulta pieno e assolutamente fresco, grazie al sapiente utilizzo di suoni sintetizzati e qualche chitarra nascosta tra le pieghe della sezione ritmica.
Quello che non ho ancora capito riascoltandolo è la presenza dei tre pezzi in italiano. Sarò esterofilo probabilmente, ma credo che non tutti i progetti nati in Italia possano essere musicati utilizzando la lingua madre. Per il sottoscritto è inevitabile che si facciano preferire “Bancone”, “Radio Days” oppure l’intensa “Doop Doo Ah” a pezzi troppo poco incisivi come “Rosso & Blu” e “Vi Odio Tutti”, che richiamano più volte l’assunzione di Prozac nel cantato. I pezzi in lingua inglese risultano più centrati e spontanei, più incisivi e accattivanti. Eccezion fatta per “Amore A Scampia”, pezzo che, comunque, appartiene più al DNA di Appino che non a quello dei Casanovas.

“Hot star” è un prodotto riuscito, che potrebbe farsi apprezzare pure fuori dai confini italici. Questo duo ha tutte le carte in regola per poterci stupire se avrà il coraggio di alzare la posta in palio nell’immediato futuro.
Se capitano dalle vostre parti e amate le distorsioni, non esitate ad andare a un loro concerto: non ve ne pentirete.

66/100

(Matteo Ghilardi)

8 giugno 2011

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