BIMBO, “Bugie Per Asini” (Theatralia, 2010)

Sonorità e vocalità marcate dal blu dipinto di blu, è proprio il caso di dirlo. Il livornese Simone Soldani, in arte Bimbo, è passato dalla militanza punk-hardcore nei Negative Pole alla composizione di svariate colonne sonore, di cui una arrivata al Festival di Cannes, fino ad arrivare al progetto cantautoral-solista con questo suo primo disco, “Bugie per Asini”.
Fin dal primo ascolto si percepisce, in queste dieci tracce, qual’è la matrice stilistico melodica che le accompagna, ovvero la vena cantautorale della musica prettamente italiana: i tibri vocali e i modelli di Rino Gaetano, del concittadino Piero Ciampi e un retrogusto alla Battisti. Un pop, o “opacopop” come lo definisce Soldani, mixato arditamente con il cantautorato.
I testi sono ricercati e spesso raccontano temi sociali quotidiani e attuali, che sono affrontati sempre di pari passo alla dimensione intima e al conflitto individuale, salvo poi prendere voli pindarici finendo in un’ironia che tende all’assurdo, come in “Questo pesce sa di carne”. Gli arrangiamenti rivisitano tutta quella tradizione italiana, e a tratti si fanno interessanti ed incalzanti con aggiunte di archi e fiati.
Tuttavia, il buon lavoro prodotto da Bimbo perde un pò di quella genuinità e spontaneità nell’ascolto, incedendo a tratti in una certa monotonia. I risultati si fanno più interessanti tanto più i testi sono meno espliciti, e quando la lezione del cantautorato italiano è meno audacemente spiattellata, come per esempio in “Mi spavento”.
Una strada particolarmente ardua quindi, quella intrapresa da Bimbo in “Bugie per Asini”, ma che riesce comunque a tirare fuori dieci godibili tracce.

58/100

(Eleonora Ferri)

25 Gennaio 2011

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