A Place To Bury Strangers, Concerto al Blackout, Roma (3 dicembre 2010)

Di sicuro gli A Place to Bury Strangers non ricorderanno la data romana come una delle più fortunate, dato che hanno subito il furto dal loro furgone del laptop con le basi e vari effetti personali. Ma è altrettanto certo che i presenti al concerto del Blackout hanno potuto ancora una volta constatare la roboante forza d’urto della band nelle sue esibizioni live. “The loudest band in New York”, come definita dalla stampa all’epoca dell’esordio discografico, ha messo in scena un’ora scarsa di autentico muro sonoro fatto di batteria pulsante e deflagranti feedback chitarristici. I volumi sono stati tenuti a livelli umani, ma questo non ha certo levato impatto al concerto. Mescolando brani del primo disco omonimo con quelli del più recente “Exploding Head”, il trio newyorchese ha potuto passare da atmosfere più di impatto a sonorità molto più vicine alla new wave. Gli strumenti utilizzati sono minimali, chitarra-basso-batteria, con il suono che viene arricchito e reso più pesante da pedali ed effetti vari. Sotto questo autentico magma sonoro la voce del cantante e chitarrista Oliver Ackermann si sente appena, cupa ed avvolgente come su disco. Si parte. Tra i primi brani in scaletta anche “I know I’ll see you” del primo album, anche se sono i pezzi di Ego Death che egemonizzano maggiormente il concerto. L’apertura è affidata a “In your heart” e in seguito troveranno spazio anche “Exploding head”, “Ego death” e “Deadbeat”. Spiccano tra le altre anche “To Fix the Gash in Your Head”, suonata senza basi, ma che acquista così maggior forza e corrosività, e “I Lived My Life to Stand in the Shadow of Your Heart”. Tutto viene suonato senza soluzione di continuità, pochi attimi per riprendere fiato. Alle canzoni si intervallano trascinanti suite strumentali come quella con cui i tre musicisti lasciano il palco, quando sono passati solo tre quarti d’ora. Anche se un po’ con l’amaro in bocca per il concerto durato forse troppo poco, si va via un un notevole senso di disorientamento e un piacevole ronzio nelle orecchie.

(Francesco Melis)

Collegamenti su Kalporz:
Intervista gli A Place To Bury Strangers (26.11.2010)

15 dicembre 2010

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