STEREOLAB, Cobra and Phases Group Play Voltage in the Milky Night (Wea, 1999)

“Cobra and Phases Group Play Voltage in the Milky Night” degli Stereolab è un album di velluto con musica di velluto sotto una voce di velluto. Non sto parlando di bragoni tirolesi a coste larghe, ma piuttosto, che so, di un consommé veluté, o della buccia della pesca gialla. In altre parole: puro edonismo sensoriale.

Roba che o ti riempie di laetitia o ti fa venire l’allergia. A me la prima che ho detto, ma conosco gente in gamba che opterebbe per la seconda. Non importa. Io mi ingiuggiolisco per questa cura maniacale del suono levigato (ma invisibilmente pelosetto). Per l’aristocratica sufficienza delle melodie, la loro assurda eleganza. Per il distacco à la Greta Garbo di Lei, Laetitia Sadier, voce sommamente fascinosa. Per gli echi Canterbury Style. Per certe ripetitività magico-surreali che d’improvviso si aprono a ripetitività nuove dotate di nuovi colori, e luci: come giocare con le veneziane in una stanza.

Mi piace anche il sound piuttosto lounge, piuttosto di riporto Sixties e piuttosto anche fighino; e anche mi piacciono quelle due o tre canzoni dove la ripetitività si fa ossessiva, vero minimal riconvertito alla canzone. Tutte cose che di solito non sopporto. Ma che il tutto sia diverso (maggiore? altro?) dalla somma delle parti vale anche per la musica, come diceva il De Schloezer ormai qualche decennio fa. Sicché…

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