ISOBEL CAMPBELL, Amorino (Snowstorm, 2003)

Un momento di svolta per Isobel Campbell, che si è lasciata alle spalle tanto i vecchi compagni di Belle & Sebastian quanto il nome Gentle Waves con cui aveva battezzato i precedenti lavori solisti. Una svolta segnata anche dalla musica di questo strano disco intitolato “Amorino”, sempre lieve e delicata, eppure più vicina a Jobim e ad Astrud Gilberto che a Nick Drake.

Se già dal brano che dà il titolo al disco si intuisce che le atmosfere cambiano e si fanno più varie,”The Breeze Whispered Your Name” spazza ogni dubbio e mostra chiara l’influenza di Tom Jobim, così come il muoversi languido di “Monologue for an Old True Love” dichiara l’amore per un certo jazz delicato. Gli stessi umori si incontrano in “Johnny Come Home”, tenero e seducente omaggio alle atmosfere leggere della bossa nova, e in “Song for Baby” poco dopo.

Quando Isobel Campbell non sussurra con la consueta grazia ecco arrivare strumentali ancora una volta in odore di jazz, “October’s Sky”, o dalla struttura classica, “Poor Butterfly “.Tutto ricco di fascino e di arrangiamenti eleganti eppure mai eccessivi, come per “The Cat’s Pyjamas”, un buffo e divertente ricordo jazz anni venti. Poi lo strumentale “Why Does My Head Hurt So?” e “Love for Tomorrow” riportano in primo piano le atmosfere malinconiche a cui Isobel Campbell ci ha abituato da tempo.

Così ecco che “There Is No Greater Gold” ha la dolcezza dei suoi brani più riusciti, “This Land Flows With Milk” è costruita su pochi tocchi di piano e sull’accompagnamento sobrio degli archi.
E poi la bellissima “Time Is Just the Same” cantata insieme a Eugene Kelly che sigilla il disco nel migliore dei modi.

Tredici brani in tutto che mostrano Isobel Campbell allargare i propri orizzonti musicali senza perdere l’inconfondibile grazia che ci ha conquistato. Una ventata di freschezza.

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