BOB DYLAN, Nashville Skyline (Columbia, 1969)

Il Dylan di fine anni ’60 è solo il vago spettro del geniale cantautore dalla lingua al contempo dolce e sferzante che arroventava gli animi libertari nei primi anni del decennio; mentre il mondo attorno a lui vive una splendida stagione di rivoluzione sotto tutti i punti di vista – politica, di costume, musicale con l’avvento della psichedelia e l’allargamento delle coscienze -, il Nostro si rinchiude sempre più in se stesso, smentendo quanto di innovativo aveva dato alla musica fino a pochi anni prima e lavorando sulle radici del sound americano.

Così “Nashville Skyline” è composto da dieci canzoni d’amore, e si dipana su un’atmosfera dai riflessi nettamente country che si sposano con una serie di melodie accattivanti ma in fin dei conti assai banali e (quel che veramente stupisce) ripetitive. Che la verve creativa del menestrello sia ad un punto morto appare evidente fin dall’apertura, affidata ad un vecchio cavallo di battaglia, “Girl from the North Country”, riletto in chiave country e cantato in duetto con Johnny Cash: il ricordo della versione storica, marchiata a fuoco da quella voce roca e suadente non lascia scampo nell’inevitabile confronto.

Il divertito intermezzo strumentale rag nella seguente “Nashville Skyline Rag” (per l’appunto) lascia ancora freddi, così come lascia del tutto indifferenti la scontata melodia di “To Be Alone with You”. In questi brani è praticamente impossibile riconoscere il genio che in appena due anni aveva dato alle stampe tre lavori del calibro di “Bringing it all Back Home”, “Highway 61 Revisited” e “Blonde on Blonde”, rivoluzionari e per nulla scontati.

Qui bisogna accontentarsi della splendida interpretazione vocale che un Dylan mai così dolce e seducente regala a “Lay Lady Lay”, unico brano realmente degno di memoria, pur nel suo a volte fastidioso populismo (e non a caso la canzone fu a lungo presente nelle classifiche di gradimento).

Bob Dylan abbandona il decennio che lo ha reso immortale icona della musica rock nel peggiore dei modi, licenziando un album senza capo e senza coda, noioso, bolso, irrimediabilmente invecchiato. Solo per collezionisti.

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