JESUS AND MARY CHAIN, Psychocandy (WEA, 1985)

La band capitanata dai fratelli William e Jim Reid – il resto della line-up varierà spesso nel corso degli anni – esordisce con quello che rimarrà, alla prova dei tempi, il suo lavoro migliore.

L’album viene anticipato da una serie di singoli alcuni dei quali, come “Never Understand” figureranno nella track list finale. Questa mossa commerciale consente al gruppo di contare su una certa attenzione da parte del pubblico.

Basterebbe l’ascolto di “Just Like Honey”, brano di apertura, per gridare al capolavoro; fautori di una musica che basa molta della sua energia sull’uso estremo e continuo del feedback, i Jesus And Mary Chain compongono quindici perle della durata media di due minuti e mezzo.

Se il mezzo espressivo pare sposarsi con le sonorità in voga nell’underground del periodo, ancora terreno fertile sotto questo punto di vista (oltre ai Sonic Youth, fratelli maggiori dei Reid Bros., da ricordare quantomeno i Minutemen, gli Husker Du, i Circle Jerks e via a ritroso nel tempo fino alle evoluzioni chitarristiche dei Television), il gruppo dimostra un notevole gusto pop.

La miscela di questi due ingredienti che diventerà presto moda, ripresa da gruppi come Pixies, Firehose e, filtrata sotto un’ottica diversa, dai R.E.M. di “Document”, porta ad un risultato spiazzante e nuovo. La sequenza “The Hardest Walk”, “Cut Dead” e “In a Hole” è incredibile ed evidenzia questa peculiarità della band, capace di muoversi su un territorio vasto con invidiabile consapevolezza.

L’influenza principale rimangono ovviamente i Velvet Underground di Reed, Cage, Morrison e Tucker (ma quale rock-band metropolitana venuta alla luce dal 1967 in poi non si è ispirata a loro?), e con i lavori della band newyorchese i Jesus And Mary Chain condividono la mancanza di un riscontro di pubblico immediato (e che sarà alla base dell’addolcimento progressivo del suono nei lavori successivi) e l’ispirazione data alle generazioni successive. Oltre al già citato “Just Like Honey” l’altro brano destinato a risaltare è lo splendido “You Trip Me Up”, dalle cadenze più soffuse.

Una delle poche band alternative prodotte direttamente da una major (anche se i lavori escono sotto il nome Blanco y Negro), i Jesus And Mary Chain paradossalmente sono ora una delle meteore più misconosciute dalla massa. Solo ironia della sorte?

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