JETHRO TULL, This Was (Chrisalis, 1968)

L’esordio discografico dei Jethro Tull è all’insegna del blues, nella cui direzione spingeva soprattutto Mick Abrahams. La voglia di Anderson di esplorare nuove vie sarà poi fra le ragioni della precoce rottura con il chitarrista.

Nel suo genere, e considerato singolarmente, “This Was” è opera già pienamente matura, benché non lo sia in senso assoluto per quanto riguarda lo sviluppo stilistico, che porterà fin dall’anno successivo, con “Stand Up”, alla formazione di caratteri più originali e distintivi. Non che questo figlio primogenito manchi di personalità e qualità: Il flauto di Anderson costituisce un autentico valore aggiunto, che si affianca molto bene – arricchendolo – al tipico armamentario stilistico e strumentale del blues, comprendente anche l’armonica a bocca.

I Tull nascono fin da subito come eretici del rock, irregolari di difficile classificazione: con un disco agile e sbarazzino, giovanile nell’essenza (e non solo per questioni anagrafiche), piacevole nella sua esilità. Anderson non è ancora il padre-padrone degli anni a venire e spartisce gli oneri della composizione. Soprattutto Abrahams mostra come la storia del gruppo avrebbe potuto essere molto diversa da quella che vedremo: autentico bluesman – e dunque non un ottimo eclettico come sarà Martin Barre -, assai meno aperto del compagno alle contaminazioni, firma qui la bella “Move On Alone” (dove canta pure da solista) ed il grintoso arrangiamento della tradizionale “Cat’s Squirrel”, oltre a co-firmare “Beggar’s Farm” e “Round”. Anziché una monarchia, come in effetti sarà, l’amministrazione dei Tull appariva inizialmente più che altro come una diarchia. Una realtà che, all’uscita dell’album, apparteneva già di fatto al passato, per non dire al virtuale, a causa del rapido deteriorarsi dei rapporti fra i due: il titolo – “This Was” – si potrebbe paradossalmente leggere da questa angolatura.

“Serenade To A Cuckoo” (di Roland Kirk) e la atipica “Dharma For One” (di Anderson e Bunker; con elementi di improvvisazione specialmente nel lungo assolo centrale di batteria) sono interamente strumentali. “A Song For Jeffrey”, dedicata all’amico bassista Jeffrey Hammond-Hammond, è certamente il pezzo più noto. La versione rimasterizzata del disco presenta ‘bonus tracks’

Una semplice curiosità: provate a confrontare il riff di chitarra in “Cat’s Squirrel” con l’inizio di “Carry On” di CSN&Y (“Déjà Vu” 1970).

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