ROLLERCOASTER, High Society (Suiteside, 2001)

Pressoché sconosciuti in Italia ma apprezzati all’estero – soprattutto in Germania – i Rollercoaster presentano un rock energico e compatto, basandosi su un classico chitarra/basso/batteria.

“High Society” cerca di catturare in studio l’energia del live e l’attacco di “All These Nights” né è il perfetto paradigma. Una musica che ricorda da vicino stagioni passate del rock, soprattutto d’oltremanica, con chiari riferimenti agli Stooges (“Come on” né è un esempio palese), ai Rolling Stones e ad altri gruppi storici del rock blues. Un’immagine più soffice e delicata in “Orgy”, episodio di passaggio, pausa mentale, prima di rituffarsi in un blues stavolta mescolato alla psichedelia e al garage rock anni ’70 con “She Said”, dove compaiono un organo Hammond e le percussioni ad abbellire il tutto. Nuovo tuffo nella calma in “On a Kundalini’s Chair”, lunghissima suite quasi parlata, con il barometro musicale che si sposta sensibilmente verso territori abitati dai Pink Floyd.

Forse il gioco di rimandi musicali dei Rollercoaster appare a volte debitore di una certa creatività, quasi che il gruppo non riuscisse a ergersi oltre i simboli musicali che si è posto, ma l’energia sprigionata è tale da superare questi difetti. In mezzo a tanti scheletri riesumati non potevano mancare rimandi a due figure speculari e fondamentali della scena musicale mondiale di fine anni ’60: Lou Reed con i suoi Velvet Underground e David Bowie, i cui germi musicali vanno a intaccare rispettivamente “Cut Me Out Of This Shitty Scene” e “Such A Spy in Our Mind”.

Ormai l’album va verso la sua conclusione, e “Grown Up Wrong” lo fa nel migliore dei modi, con distorsione, energia, regolarità del basso alla massima potenza. Un territorio su cui i Rollercoaster dimostrano di sapersi muovere con grande destrezza, tanto da farli apprezzare all’estero – nel 2002 il gruppo toccherà in tournée Germania, Belgio, Olanda e Danimarca -. Un territorio lontano dalla cultura italiana, che viene sottomessa a quella anglosassone – i testi sono in inglese -. Una scelta netta e chiara, come da tradizione per i gruppi prodotti dalla Suiteside. Una scelta giusta?

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