ZORA LA VAMPIRA (O.S.T.), Zora la Vampira (O.S.T.) (Area Cronica, 2000)

Sapete come sono le compilation. Di solito sono lunghe. C’è tanta roba, quale buona, quale meno, quale terribile… Questo però è un caso diverso. O sarebbe dovuto esserlo. Trattasi infatti di una colonna sonora. “Torino Boys” aveva aperto le danze. La prima soundtrack rap della scena italiana era stata un successone. La curava Neffa, e c’era davvero tanto bendiddìo. “Torino Boys”, il film, non l’ho visto. “Zora la Vampira” sì. Sempre i Manetti Bros alla regia, “amici” dell’hip hop italiano. Tra gli interpreti Chief Ragoo e un irriconoscibile G Max. Molto Rap, Dj Gruff assurto a icona votiva, e un po’ di morale spicciola su tolleranza e immigrazione. Un film divertente, ma solo per veri appassionati. Che dopo il film correranno a comprarsi questa colonna sonora. E non sarò certo io a distiglierli da tanto impulso.
Sapete come sono le compilation… Ecco, se non cercate un emulo di “Torino Boys” l’affronterete meglio. Per dirla tutta, qua di pause creative ce n’è un bel po’. Che sia poco omogenea non è proprio un difetto. Sapete come sono le compilation… Ma il livello delle tracce pendola dal molto interessante all’impresentabile. Di impresentabile, guarda un po’, c’è Neffa. Deludente anche Frankie hi nrg. “Il sonno della ragione” somiglia troppo a almeno un paio di sue hit. Del resto, per i suoi fan, è la sua firma e non dispiacerà affatto. Proseguendo ci sono i Sottotono. Tormento aka Cianuro affonderebbe qualsiasi corazzata musicale, ma qui ha un senso. Chi ha visto il film sa della parodia del fighetto pop rap, interpretata proprio da Tormento. Vale da sola tutto il film…

Okay, fin qui le falle. A tener su il prodotto invece c’è una bella schiera di talenti. In apertura, i Profondo Rosso. Da Roma, dai Cor Veleno, dagli amici der Piotta. E ancora da Roma gli stessi Piotta e Cor Veleno, e il fenomeno Turi. “Zora la Vampira” alterna poi rap e reggae. President Alpi, Brusco, Dre Love per i patiti della Giamaica. Brusco, soprattutto, sugli scudi. Ma torniamo al rap. A rappresentare la old school si schieranio nientemeno che Gruff e Kaos. Gruff un po’ opaco nella prova con Enzo… Insomma va così, alti e bassi. Qualche buon momento c’è di certo, ma l’acquisto è obbligato solo per i duri e puri dell’hip hop italiano. Scusate al vaghezza, ma sapete come sono le compilation…

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