Una continuità concettuale e di atmosfere nel nuovo album della violoncellista, con protagonista l'ombra.
Dawn appare più libera, romantica, all'interno di un forte femminismo futurista.
Una maturazione di scrittura ma sempre nell'alveo new-wave e post-punk.
Un disco sempre in bilico tra potere salvifico e necessità ineluttabile di spazzare via tutto e ricominciare dato l’evidente fallimento collettivo.
Sinigallia si addentra ancora di più nell’intimo, nel gorgo dei sentimenti, con un linguaggio asciutto e teso.
Un Vol. 2 più coeso e convincente dell’altalenante coraggio del vol.1 che vince sul breve, ma potrebbe peccare sulla distanza.
L'ennesima reinvenzione/nuova fase di passaggio di un cinquantenne che non ne vuole sapere di mettersi da parte.
Sono tante le collaborazioni dei singoli membri dei National in altri progetti.
Un aggiornamento sulle prossime date.
Jazz rock tipicamente anni 70, valido.